A due anni dal Leone d’oro alla carriera, Antonio Rezza e Flavia Mastrella tornano a Venezia con SAMP, un film con un percorso di lavorazione lunghissimo alle spalle. Selezionato fra gli eventi speciali delle Giornate degli Autori della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia di quest’anno (2/12 settembre), verrà proiettato oggi e domani per il pubblico.
Prima del cinema, la performance
Antonio Rezza e Flavia Mastrella sono una coppia inscindibile che dà forma a dinamismi molesti e profonde analisi della società. Lo fa dal 1987 per la precisione: insieme hanno realizzato 13 opere teatrali, di cui l’ultima è Anelante del 2015. Conosciuti appunto come Rezzamastrella, costruiscono storie di interazione fisica e ideale: il performer interpreta gli spazi disegnati e realizzati dall’artista e scultrice; il risultato è sempre una suggestione in divenire, come se il corpo fosse il primo, imprevedibile, protagonista della scena. In Pitecus (1995), Fotofinish (2001), Fratto_X (2012), tra gli altri, si assiste ad un’analisi della fisicità disinnescata in funzione comunicativa, al fine di un’opera artistica totale che si avvale della distorsione dei volti e della voce.
SAMP
Non è la prima volta che la coppia si dedica al cinema, SAMP è infatti il loro quinto lungometraggio. Inoltre è celebre la lista dei cortometraggi che i due hanno realizzato (soprattutto negli anni ’90). Nel 1995 producono e interpretano il cortometraggio Schizzopatia e una lunga serie di micrometraggi andati in onda nelle trasmissioni Blob e Fuori orario, su Rai3 (entrambe ideate dal critico Enrico Ghezzi).
Il film presentato però alla 77esima edizione della Mostra Internazionale del cinema di Venezia parte da lontano: le riprese iniziano nel 2001 e si concludono quest’anno. Rezza lo definisce un film performativo con il ritmo del road movie.
“Una metafora dello sgretolamento culturale senza prospettiva che da sempre attraversiamo.”
Samp è un assassino che uccide persone, tradizioni, scritture cinematografiche intrise di parole inutili, per eliminare il superfluo e raggiungere il senso più vivido.
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