Scream VI

Debutta il 9 marzo 2023 il sesto capitolo della saga di Scream. Diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett e nuovamente con Melissa Barrera e Jenna Ortega come protagoniste.

Scream VI è ancora una volta un film meta-riflessivo che condensa così bene tutte le citazioni e le autocitazioni da farci morire dal ridere.

I want to be a part of it – New York, New York

È passato un anno dagli eventi del film precedente. Le sorelle Tara Carpenter (Jenna Ortega) e Samantha Carpenter (Melissa Barrera) si sono trasferite a New York insieme a i gemelli Meeks-Martin, Mindy (Jasmin Savoy Brown) e Chad (Mason Gooding). Mentre Tara cerca di vivere una vita normale all’università, Samantha è diventata diffidente e ossessionata da quei fatti di sangue.

Tuttavia presto alla loro porta bussa un altro Ghostface.

La sequenza iniziale è un approdo dell’horror nel contesto urbano moderno. Fa riflettere su quanto le dinamiche mostrate siano tristi e attuali. Poi, mentre un Ghostface nell’atto di squartare la sua vittima declama: “Chi se ne frega dei film!”, decolla Scream come lo conosciamo.

Ancora una volta la modernità approda nella saga ma il fascino del vecchio universo imperversa sempre con sangue e ironia.

Una risata vi seppellirà

Questo film, ottimo per quanto riguarda regia e fotografia, risulta godibile proprio se acconsenti a guardarlo con un distacco emotivo, senza vivere le angosce dei personaggi. I tempi drammatici sono orchestrati male e spesso sono troppo enfatici; è tutto di un comico stordente. E anche le sequenze più coinvolgenti, annegando nel pozzo metacinematografico, vengono disincantate.

Ancora una volta è tutto ripiegato su se stesso, prigioniero dei letmotiv che hanno reso la saga famosa e apprezzata. Ma anche se non si fugge dalla solita marca di minestre si ride genuinamente. Il ritmo è sostenuto dalle parti slasher e dai soliti discorsi meta-riflessivi. È un ottimo intrattenimento dai risvolti comici allucinanti, dove ad ogni possibile domanda viene presto offerta una risposta plausibile.

Ottime le interpretazioni e i dialoghi, con degli apici pomposi e tronfi che sprofondano nel ridicolo tutta l’opera. Ma in senso buono.

Fidelio

Ci sono quasi sempre stati due killer, e il volto dell’assassino è diventato presto oggetto di una riflessione interna al film. Ma anche un articolo molto vendibile e usato. Questa moltiplicazione dei Ghostface, alcuni killer e altri no, inizialmente suscita tensione nell’ambiente e diffidenza tra i personaggi. Però siamo troppo distanti dal coinvolgimento. E tutto diventa troppo divertente.

A un certo punto appariranno così tanti Ghostface che sembrerà un Eyes Wide Shut party dove troppa gente indossa la stessa maschera.

Il tema dell’usare una maschera come simbolo di raggruppamento sociale è sfruttato parecchio ultimamente. Pensiamo al peso sociale che assumono figure come Joker nel film omonimo del 2019 o l’Enigmista in The Batman del 2022. Anche Ghostface diventa ormai un personaggio astratto che la società strumentalizza. Tuttavia l’esasperazione di questa trovata la affoga nel comico. E va bene così.

I scream, you scream, we all scream (for ice cream)

Ormai la decostruzione del cinema è il marchio di fabbrica di ogni Scream. Elucubrazioni sempre divertenti sul come agire in un film dell’orrore, come funzionano le saghe cinematografiche, i film sequel, i reboot, i cosiddetti requel.

Questo cipiglio trattatistico che non si cheta mai, anzi emerge sempre tramite uno o più personaggi, rende di nuovo omaggio al genere horror e lo rende fascinoso. Restiamo però troppo spesso a un livello molto superficiale. Gravitiamo intorno alle saghe dell’orrore più popolari e nel contempo ci gustiamo i protagonisti che scardinano le peggiori tendenze cinematografiche odierne.

In una saga come Scream si può ridere di ogni tentativo di giustificazione da parte di chiunque. I legami di parentela tra Samantha, Tara e Billy Loomis, le motivazioni che questa volta spingono il killer. Se fosse un film horror con l’intenzione di spaventare sarebbe tutto troppo sopra le righe, troppo forzato. Ma dopo la disamina sul caso del film, sul film, sul genere del film, sulla saga di film, siamo distanti dalla paura e abbiamo finito per affacciarci sul versante comico, da cui la visuale è ottima e gradevole. 

Una risata vi seppellirà

Mi sono seduto in sala convinto di dovermi preparare a urlare e poi ho iniziato a ridere. Con gusto.

Verso la fine del film è risuonata in me la frase di Batman ne Il Cavaliere Oscuro: “Che cosa volevi dimostrare? Che in fondo sono tutti mostruosi come te?” E un Ghostface con la voce di Carlo Valli è apparso sulla porta d’uscita e mi ha detto: “Sì”.

Perché il finale ci fa intravedere quello che potrebbe essere il tema del nuovo capitolo.

Potrebbe sembrare criptica questa spiegazione, ma se guarderete il film, e vi consiglio vivamente di farlo, capirete di cosa sto parlando.

E portate con voi la maschera di Ghostface in sala, per far urlare di paura gli amici o le amiche più impressionabili.

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.

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