Suzume. Sony Pictures, Warner Bros. Entertainment Italia
Suzume. Sony Pictures, Crunchyroll. Warner Bros. Entertainment Italia

Esce nei cinema italiani il 27 aprile 2023 la nuova opera del grande regista giapponese Makoto Shinkai, Suzume (Suzume No Tojimari). Con animazioni straordinarie e musiche coinvolgenti, il regista scrive un’altra commovente fiaba ambientata nel suo moderno realismo magico.

In viaggio con Suzume

In uno sfavillante Giappone contemporaneo, nell’isola di Kyushu, vive Suzume Iwato (doppiata da Chiara Fabiano). Frequenta il liceo e vive con sua zia Tamaki (doppiata da Francesca Manicone) da quando, giovanissima, ha perso la madre. Un giorno incontra Souta Manakata (doppiato da Manuel Meli), con il quale si troverà coinvolta in un conflitto millenario.

L’incontro cambierà radicalmente le loro vite. Suzume scoprirà cosa sono i luoghi magici che sogna, qual è la causa dei terremoti in Giappone, e farà luce sul suo misterioso passato.

In questo giovanile e fiabesco road movie, Shinkai mostra la crescita personale, l’amicizia, l’amarezza del lutto e la lotta per l’accettazione della perdita. L’elemento sociale e ambientalistico torna come nemesi finale, non solo dei protagonisti ma del Giappone stesso.

Le animazioni brillano di una grazia e una qualità eccelsa. Le musiche offrono partiture operistiche, musiche d’ambiente, fino alle canzoni del gruppo che ha legato il suo nome alle opere del regista: i Radwimps.

Numerosi gli omaggi, visivi e non, ai grandi registi del cinema d’animazione giapponese, da I sospiri del mio cuore (1995) di Yoshifumi Kondo, a Il castello errante di Howl (2004) di Hayao Miyazaki. Impossibile infine non lodare ancora una volta Lewis Carroll e la sua idea di un mondo fantastico da varcare.

Makoto Shinkai, poeta visivo

È interessante notare come la trama di Suzume sia simile a quella di Your Name (2016) e di Weathering with You (2019), in quanto sono uguali gli elementi trattati. Ambientalismo, amore, speranza, ottimismo, amicizia, famiglia, crescita, maturazione, coraggio. Shinkai sfrutta sempre questi temi, e dunque le trame sono molto, troppo simili tra loro. Sono di fatto gli elementi della sua poetica, che è luminosa, magica ma anche quotidiana, romantica e travagliata.

Le sequenze in aria, l’amore tra i protagonisti principali, la gioventù che matura, un mondo magico che grava su quello reale, il lieto fine quasi certo, l’elemento ambientale-distruttivo legato alla quotidianità giapponese (piogge, tsunami, terremoti): le sue opere rispecchiano una visione del mondo ingenua e fiabesca, dove “il male” è astratto, impersonato da eventi catastrofici che vanno fermati. Non ha mai una visione manichea della storia, come non l’ha avuta nei suoi film l’uomo di cui è considerato l’erede, Hayao Miyazaki.

È però il comparto visivo che fa toccare all’animazione giapponese un apice lirico in parte ineguagliato. Animazioni nitide, pervasive, benedette da una cura fotografica tale da rendere ogni suo film un’esperienza estetica affascinante. I suoi lavori sono ormai un paradigma tecnico dal quale imparare e con il quale confrontarsi. In meno di un decennio Shinkai, con tre film (Suzume incluso), ha raggiunto inoltre vette gargantuesche di guadagni e apprezzamenti da parte del pubblico e della critica.

La modernità inesorabile incontra il fantastico

Il Giappone da oltre 40 anni è tra i produttori e sviluppatori di nuove tecnologie. La modernità è entrata nella società giapponese influenzando consistentemente la vita quotidiana e le abitudini. Tuttavia essa non ha fagocitato le tradizioni e la spiritualità giapponese. Anzi, convivono incredibilmente l’una al fianco dell’altra. Da qui nasce il loro moderno realismo magico.

Come in un’immagine a doppio riflesso (lenticolare) del Giappone, da una prospettiva vediamo l’affascinante passato magico e spirituale che si porta sempre dentro, da un’altra il quotidiano mondo moderno e tecnologico che è oggi.

Non dobbiamo scordarci che uno dei testi che più ha influenzato gli autori del cinema d’animazione giapponese, Una notte sul treno della via lattea di Kenji Miyazawa, già univa le modernità al fantastico.

Così è per serie animate come Abenobashi (2002), Anohana (2011), Monogatari (2009-2019) o Seishun Buta Yaro (2018-2023). Dipingono la società giapponese contemporanea e tramite il fantastico rappresentano il male e la sofferenza.

Spiriti, altri mondi, maledizioni, mostri, distorsioni del tempo e dello spazio. Questi elementi, folkloristici e non, sublimano una sofferenza realistica (un lutto, un disagio sociale, un passato violento dal quale si vuole fuggire) in maniera dolce, graziosa e godibile. Così il fantastico diventa parte della vita dei protagonisti senza escludere le modernità quotidiane a cui sono abituati.

Ridondante affermare che se c’è un vertice visivo, se non anche espressivo, di questo moderno realismo magico è l’opera di Makoto Shinkai.

Qual è la tua posizione?

Da quando uscì Your Name si propagò una febbre amorosa (o astiosa) per la sua filmografia. Ha fatto irruzione nella attuale cultura popolare mondiale, con le sue animazioni, il j-pop, il romanticismo giovanile. E propone sempre la stessa storia. C’è da chiedersi se un uomo così sia fedele a sé stesso o semplicemente ottuso. Però la risposta è ancora più inutile dopo aver visto Suzume.

Fa sempre lo stesso film? Sì. E dopo tre film è ancora meraviglioso? Sempre. Con dei temi finiti, crea una bellezza infinita. Suzume è una visione più che consigliata.

Suzume. Sony Pictures, Crunchyroll. Warner Bros. Entertainment Italia

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.

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