Tartarughe Ninja: Caos Mutante, Paramount Pictures e Nickelodeon Movies, distribuito da Eagle Pictures
Tartarughe Ninja: Caos Mutante, Paramount Pictures e Nickelodeon Movies, distribuito da Eagle Pictures

Debutta il 30 agosto nelle sale italiane, nato da un’idea di Seth Rogen, sceneggiatore e produttore del film, Tartarughe Ninja: Caos Mutante, con la regia di Jeff Rowe.

Capace di divertire un pubblico di adulti, facendoli al contempo sognare come dei bambini, il film è un’esperienza leggera ma potente, che con grandi animazioni e ottimi dialoghi porta l’azione, la commedia e il citazionismo ad alti livelli.

Dalla fogna al top

L’ostracizzato scienziato Baxter Stockman (voce originale di Giancarlo Esposito) crea un mutageno con cui realizzare dei mutanti che lo accettino; ma la scoperta scientifica attira le mira di Cynthia Utrom e della TCRI (Istituto di Ricerca Tecno-Cosmica).

Durante il raid che ne consegue, l’agente mutageno finisce nelle fogne newyorchesi insieme a delle piccole tartarughe, mentre la squadra della TCRI viene sconfitta da una creatura già mutata: una mosca. 15 anni dopo le tartarughe, ora adolescenti, vivono nelle fogne insieme al loro padre adottivo, Splinter (voce originale di Jackie Chan), ma sognano di essere accettate da coloro che abitano la superficie, gli umani. Nel mentre la Grande Mela è vessata dai continui attacchi dell’imprendibile criminale Superfly, sulle cui tracce si è messa anche la giornalista teenager April O’Neal (voce originale di Ayo Edebiri).

Comincia così la scalata al successo dei quattro fratelli mutanti, filmata da April, per sconfiggere Superfly e venire accettati dal mondo.

La diversa caratterizzazione dei protagonisti, con derive comiche ma anche profonde, e il variegato e godibile cast di personaggi secondari, spingono l’intero film verso la commedia d’azione più fine ed elegante, capace di emozionare e di far ridere di gusto.

Il sogno dell’accettazione

Il messaggio che costituisce l’ossatura del film è quello dell’accettazione, che viene analizzata da vari punti visti, favorevoli e contrari ad essa. La stessa famiglia delle tartarughe segue inizialmente il mantra di Splinter che gli umani non li accetteranno mai, pur vagheggiando sulle meraviglie della superficie. Tutto si origina da Baxter e dal suo bisogno di creare una realtà a cui appartenere: involontariamente tramanderà questo sogno a tutte le sue creature.

Nel 2023 ancora necessitiamo di film che abbiano questo come messaggio di fondo? Assolutamente sì.

Più passa il tempo più ci rendiamo conto che questo futuro non ha fatto degli enormi passi avanti rispetto all’epoca in cui il messaggio dell’accettazione dell’altro era nuovo e necessario alla società. Con tutti i personaggi, inclusa April, viviamo il dramma dell’accettazione, della realizzazione di se stessi in funzione della società e del posto che in essa andiamo ad occupare. Attraverso eroi e nemici viviamo il dramma di una vita relegata al margine della società.

Ma sperimentiamo attraverso la visione anche il sogno della crescita, delle esperienze “normali” che le tartarughe speravano da tutta una vita, e questo rende il film divertente e costruttivo.

Illustrazione di Simone Muscioni

Grande tecnica, grande opera

Se guardiamo al decennio scorso i prodotti cinematografici e televisivi dedicati alle tartarughe ninja erano mediocri o sono invecchiati veramente male. Solo l’ultima serie, Il destino delle Tartarughe Ninja, elevava la qualità artistica del prodotto rifacendosi alla formula di successo di Teen Titans Go! (animazione tradizionale, stile super deformed e una forte componente comica).

Tutto però era destinato a cambiare con l’arrivo in Nickelodeon di Seth Rogen e Jeff Rowe. La fantasia del primo e la capacità artistica del secondo, già regista de I Mitchell contro le macchine (2021), hanno ridisegnato, senza tradirla, l’ossatura del franchise stesso.

Per la prima volta i protagonisti sembrano essere dei veri adolescenti in via di formazione (TMNT: Teenage Mutant Ninja Turtles, il nome con cui sono universalmente noti), nel film si sente l’ispirazione di film come Stand By Me (1986), Lady Bird (2017) e il grande cult Ferris Bueller Day’s Off (1986).

Unendo così quella grafica animata, già collaudata in opere come I Mitchell o Spider-Man – Un nuovo universo (2018), ad una scrittura capace di cogliere le inquietudini e le speranze giovanili, si è arrivati a questa fine opera di intrattenimento.

Ma la forza artistica non finisce qui. C’è stato un grande studio nel realizzare la metropoli così cara ai fumetti e le scene d’azione che vi si svolgono: assistiamo a citazioni ai film di Jackie Chan come Police Story (1985) o Terremoto nel Bronx (1995), ma anche alle atmosfere fumose e noir di Hong Kong Express (1994) o de Il Grande Lebowski (1998). La città sembra veramente pericolosa, buia e in costante fermento. C’è infine una macro-citazione ad un’opera seminale come Attack on Titan che fa battere il cuore.

In breve

Quelle tartarughe che abbiamo incrociato spesso o raramente nella nostra vita ora hanno un posto d’onore nel cinema d’animazione, e vi invito a sedervi in sala per essere testimoni di questo glorioso momento.

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.

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