Tetris
Credit: Apple

Qualcuno ha già pensato a Taron Egerton nei panni del nuovo James Bond, vero? Perché dopo averlo visto in The Kingsmen, Black Bird e adesso nel nuovo thriller politico Tetris, sembra la scelta più ovvia.

Tetris è il film originale Apple, diretto da Jon S. Baird, che racconta la vera storia di come il gioco più celebre degli ultimi 30 anni o poco più sia riuscito a oltrepassare i confini dell’Unione Sovietica e raggiungere la fama internazionale grazie a Nintendo.

Le parti in gioco sono molteplici, così come le storie che si intrecciano nel film fino a raggiungere un climax rapido e caotico negli ultimi trenta minuti.

Sinossi

Aleksej Pažitnov (Nikita Efremov), programmatore dell’Accademia delle Scienze Sovietica, il centro di ricerca e sviluppo dell’URSS a Mosca, nel tempo libero inventa un gioco basato sulla geometria dei tetramini e sul tennis. Lo chiama Tetris. Tetris si diffonde grazie al passaparola – e in forma gratuita – con grande rapidità fino ad attirare l’attenzione di Robert Stein (Toby Jones), autorizzato a viaggiare tra USA e URSS per ragioni di commercio. Stein arriva a un accordo per conto dei Maxwell, proprietari di un grande gruppo di media britannici. Un accordo che non prevede scambio di denaro, “capitalista”, ma uno scambio di informazioni, diritti di stampa delle enciclopedie per i diritti di vendita del gioco in tutto il mondo tranne in Giappone, dove il mercato è dominato da aziende autoctone.

Caso vuole che proprio in Giappone viva Henk Rogers (il nostro Taron Egerton), programmatore e a sua volta investitore della Bullet-Proof Software, che trova Tetris a una fiera e ne acquista i diritti nipponici, presentando poco dopo un’offerta a Nintendo.

Alla fine degli anni Ottanta Nintendo sta per lanciare uno dei suoi prodotti di maggiore successo, il Game Boy, e Tetris diventa il gioco perfetto con cui presentarlo al mondo.

Il problema? Nessuno ha veramente i diritti per farlo, se non Pažitnov e il governo sovietico.

La guerra delle royalties

Iniziano così una serie di negoziazioni e viaggi Tokyo-Seoul-Mosca sempre più fitti in cui è facile perdersi ma che trasmettono bene il clima concitato e teso dei rapporti commerciali ed economici alle porte della caduta del comunismo.

La parte dei “cattivi”, è chiaro, è giocata dagli agenti del KGB, corrotti e non solo, che si inseriscono anche di prepotenza negli accordi, orientandoli. E nonostante la storia cerchi di essere fedele alle testimonianze di Pažitnov e Rogers – presenti anche alla premiere mondiale del film al Festival SXSW (South By South-West) – non si può ignorare che il filtro attraverso cui si guardano le vicende è quello della visione statunitense, quella che “ha vinto” la guerra fredda che per questo scivola in una rappresentazione stereotipata dell’URSS.

In breve

Taron Egerton vale la visione sempre, qualsiasi sia il genere del film che interpreta, nonostante Tetris non sia una grande rivelazione. Non aspettatevi una commedia, anche se il lieto fine è noto, né una solida storia di spionaggio. Men che meno un biopic: la storyline dell’amicizia fra Pažitnov e Rogers, oggi fondatori della Tetris Company, benché interessante è lasciata sullo sfondo. È un piacevole thriller che vi terrà con il fiato sospeso in alcune scene più che in altre. Sì riuscito, ma si poteva fare di più e meglio.

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