An Irish Goodbye

Una strada di campagna invasa dalla nebbia, un recinto di filo spinato dove è rimasto incastrato, strappato, del vello di pecora, un coniglio morto sull’asfalto, tre uomini in automobile vestiti a lutto e con un’urna in mano: nel susseguirsi delle prime quattro inquadrature, An Irish Goodbye si presenta come un film drammatico. Basta un attimo, il tempo del clacson suonato con insistenza alla creaturina stesa a terra, per capire che invece quella che Tom Berkeley e Ross White stanno raccontando è una splendida dark comedy (in soli 23 minuti) dall’umorismo cupo che caratterizza anche The Banshees of Inisherin.

Turlough (Seamus O’Hara) e Lorcan (James Martin) sono di ritorno da funerale della madre insieme al prete, Padre O’Shea (Paddy Jenkins). Quest’ultimo ha trovato la “bucket list”, la lista delle cose fa fare prima di morire, scritta dalla madre dei due uomini, ma Turlough la rifiuta senza nemmeno guardarla. La sua unica preoccupazione è affidare il fratello Lorcan, con la sindrome di Down, alla zia e tornare a Londra.

Il conflitto fra i due fratelli è evidente. Lorcan vorrebbe restare a vivere nella fattoria di famiglia, nella sua indipendenza, ma Turlough non ha abbastanza fiducia in lui né stima, lo considera solo un peso di cui liberarsi. Gli insulti tra i due scavano un distanza sempre più profonda, messa in evidenza anche dalle scelte di regia, come le cene ai lati opposti del tavolo, in un conflitto visibile nella disposizione della scena, prima ancora che nei dialoghi.

Qualcosa cambia quando Lorcan si impossessa della lista e decide di esaudire i desideri della defunta madre, cento in totale, convincendo anche Turlough. Si fermano al 99°, a causa di un incidente che porta alla rottura dell’urna, e da lì si spezza di nuovo anche il rapporto che i due iniziavano a ricucire.

Quando Padre O’Shea torna alla fattoria per il trasloco di Lorcan la verità viene a galla e si scopre che quella lista non ha mai lasciato la tasca di O’Shea e che l’unico desiderio di Lorcan era quello di trascorrere altro tempo con il fratello, con la sua unica famiglia.

Resta allora l’ultimo punto della lista da spuntare. E un futuro da ridisegnare.

An Irish Goodbye è il cortometraggio vincitore agli Oscar 2023. Abbiamo parlato qui di altri titoli candidati quest’anno.

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