FEDELTA - MICHELE RIONDINO e LUCREZIA GUIDONE. FEDELTA Cr. SARA PETRAGLIA/NETFLIX © 2021
FEDELTA - MICHELE RIONDINO e LUCREZIA GUIDONE. FEDELTA Cr. SARA PETRAGLIA/NETFLIX © 2021

Fedeltà è la serie in sei puntate che esce il giorno di San Valentino come presagio di un’oscura minaccia che vi sciuperà la festa parlandovi di tradimenti, desideri ed insoddisfazioni interni alla coppia. Ma la fedeltà di cui si parla è da riferirsi a quella verso se stessi o a quella nei confronti dell’altro/a? Questo il punto di forza della narrazione tratta dall’omonimo romanzo di Marco Missiroli, edito da Einaudi, finalista al 73° Premio Strega e vincitore del Premio Strega Giovani. Qui si posa la riflessione che vi porterà a guardarla tutta d’un fiato come se non poteste fare a meno di conoscere la verità: quella dei due protagonisti e, in fondo in fondo, la vostra.

Comprendersi

Essere fedeli: al proprio partner, alla vita scelta, alle proprie ambizioni. Dove risiedono le priorità quando si parla di fedeltà? La struttura della serie Netflix uscita proprio in occasione della festa degli innamorati gioca con le nostre paure più frequenti e si addentra nel rapporto tra i giovani coniugi Carlo (Michele Riondino) e Margherita (Lucrezia Guidone). L’inizio è debole e non convince subito, ma basta arrivare alla seconda puntata per rimanervi incollati.

I vincoli borghesi, in primis, accentuati dal sogno di un grande appartamento in centro e dal ruolo sociale che una coppia ricopre, sopravvivono inclini a frantumarsi mentre il desiderio di altro ribolle sotto la superficie. La Milano di Carlo e Margherita è lo scenario in cui la loro vita a due inizia a dare i primi segni di malessere: solo un malinteso basta per intaccare la perfezione di un monolocale con ampie vetrate e di cinque anni passati insieme. Non è un problema legato alla passione che non c’è più, che invece persiste e non si spegne. Carlo viene accusato di avere una relazione poco consona con una delle sue studentesse e questo basta per annullare quel paradiso tra i coniugi. Tutto inizia a vacillare. Le certezze non sono che un ricordo.

Si percepisce una voglia di portare la serie su un livello “internazionale”, curando una colonna sonora che va dal brano Verosimile interpretato da Arisa (e scritto da Stefano Cipani, anche regista della serie, dalla stessa Arisa e da Mario Fanizzi, che lo ha anche prodotto) a Elliott Smith. Lo stesso vale per la cura della fotografia e per le scelte di regia. La storia dei due non è più un dramma milanese bensì una riflessione universale, che si attacca al senso di fedeltà ai dogmi sociali e culturali e alla paura del giudizio dell’altro.

Ovviamente nulla è campato per aria, il tradimento si conquista una parte principale nello sviluppo e negli eventi che porteranno ad una risoluzione finale.

Forse a volte si ha bisogno di un “malinteso” per riprendersi la propria vita, forse altre volte il desiderio sopito non è che un sogno ad occhi aperti dal quale svegliarsi. Scopritelo con Fedeltà, che invece di avverare timori diverte, fa arrabbiare e rapisce.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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