LE RÈGNE ANIMAL (THE ANIMAL KINGDOM) di Thomas Cailley, I Wonder Pictures
LE RÈGNE ANIMAL (THE ANIMAL KINGDOM) di Thomas Cailley, I Wonder Pictures

Non definitelo un film post-apocalittico, poiché Le règne animal, diretto da Thomas Cailley, vuole raccontarsi attraverso altri codici: si apre su un orizzonte di futuro e diversità, affidandosi al sentire biologico, umano e animale, prima che a qualsiasi altra emozione, convincendoci che in fondo ciò che stiamo guardando non è poi così irrealizzabile.

Presentato in anteprima mondiale nella sezione Un Certain Regard al 76° Festival di Cannes e poi scelto per la sezione Crazies del Torino Film Festival 2023, Le règne animal si aggiudica cinque Premi César, tra cui quello per la Migliore colonna sonora ad Andrea Laszlo De Simone.

È un film sul cambiamento, un coming of age inusuale, una storia che si fonda sul rapporto tra padre e figlio, che diventa ancora più intenso quando difficoltà prima impensabili si pongono come ostacoli sul cammino di crescita e trasformazione.

Scappare per ritrovarsi in trappola

Qualcosa di inspiegabile si sta diffondendo come un virus: diverse mutazioni colpiscono uomini e donne in modo casuale trasformandoli in creature ibride, metà umane e metà animali. Anche Lana, moglie di François (Romain Duris) e madre di Émile (Paul Kircher), è vittima dello stesso strano morbo, e in uno stato di semi incoscienza compie gesti che la sua famiglia non sa codificare, abbandona pezzetto dopo pezzetto la sua umanità, non riconosce l’uomo che la ama. Lo stesso vale per tutte le vittime, i diversi incurabili vengono visti con pregiudizio e timore nell’ambiente cittadino, osteggiati con violenza in contesti più piccoli, come il paesino a sud della Francia dove padre e figlio decidono di trasferirsi per un po’ in modo da portare la donna in un centro specializzato dove bloccare questa trasformazione.

Mentre i due provano ad ambientarsi, Émile inizia a percepire un cambiamento, non un semplice attraversamento della pubertà, ma qualcosa di molto più violento e incomprensibile. La fuga di molti pazienti del centro (tra cui sua madre) nella foresta contribuirà a stabilire una nuova esistenza, dettata da un’evoluzione che in pochi accettano come realtà, tesa verso un futuro in apparenza invivibile. L’impulso alla trasformazione proviene forse da una necessità di adattamento, una graduale modificazione del corpo che porta chi ne è vittima a percepire diversamente gli altri e se stesso. Uomini e ibridi possono convivere? Nella metafora del diverso e dello straniero, Le règne animal si avvale di uno scenario dai tratti fantastici per concentrarsi sul senso di condivisione dello stesso paese, dello stesso pianeta.

Quando a prevalere è l’istinto animale in Émile, lo stesso vale per suo padre, che lo protegge ad ogni costo, considerandolo suo figlio prima di qualsiasi altra cosa.

Nella foresta, solo la musica

Vorrei volare
Dimenticare
Ricominciare
In seno al vento e ritornare
Per un momento nel più profondo Regno animale

Andrea Laszlo De Simone, Il Regno Animale

Le règne animal percorre una strada che cambia ad un certo punto senso, linguaggio. Se all’inizio lo scenario è un disastroso panorama intriso delle nostre esperienze più recenti, e immerso nel contesto socio-culturale del rifiuto del diverso, cambia poi direzione, concentrandosi su una speranza così romantica da potersi tradurre in una poetica dichiarazione che il regista dedica alla conquista di una natura selvaggia, come alternativa o possibilità di nuova esistenza nel mondo che lentamente stiamo distruggendo.

Che funzioni o meno, questo cambio di rotta è a prescindere un colpo di scena sensoriale, che deve la sua forza soprattutto alla colonna sonora che per tutto il film ci separa tra ricordi e nuove prospettive, rumori da comprendere e voci nella notte. Le musiche di Andrea Laszlo De Simone completano il senso di un progetto narrativo ed estetico che si sviluppa grazie alla rappresentazione di una possibilità temuta e non capita, ma da qualcuno come François accolta.

La colonna sonora abita l’animalità che prevale, descrive l’incontro tra Émile e Fix, una creatura-uccello che si nasconde dopo essere scappato dal centro, trova un’espressione comprensibile allo sconosciuto.

In breve

La prospettiva fantastica di Thomas Cailley ci porta a riconsiderare i rapporti tra esseri viventi sotto un’altra luce, Le règne animal racconta un presente alternativo, in cui peli, piume e zanne stravolgono l’aspetto e l’indole di chi è vittima di una trasformazione di cui non si conoscono le cause. Il film parte molto bene, si perde in digressioni fin troppo idealistiche, ma ritorna sul punto quando rimette al centro il rapporto tra un padre e un figlio. E la colonna sonora di Andrea Laszlo De Simone rende al tempo stesso la narrazione terrena e sospesa.

Continua a seguire FRAMED! Siamo anche su FacebookInstagram Telegram.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui