"Sanremo, teatro Ariston" by Galli Luca sulicenza CC BY 2.0.
"Sanremo, teatro Ariston" by Galli Luca sulicenza CC BY 2.0.

Arancia Meccanica esce per la prima volta in sala nel 1972. E c’è una ragione se da cinquant’anni anni questa parte siamo disposti ad accettare – e in fondo pure un po’ a credere – ad Alex DeLarge e alla sua passione per tutto ciò che c’è di brutto, spaventoso e sbagliato al mondo. E la ragione è che, in fondo, l’orrido un po’ ci piace.

Sono usciti i 27 cantanti in gara al Festival di Sanremo 2024 e le polemiche, le italiche lamentele, gli occhi iniettati di sangue mentre si sparano sentenze digitali sui social sono traditi dal sottile rivolo di bava alla bocca che si intravede tra una smorfia di disgusto e l’altra. A Sanremo come in psicoterapia, ammetterlo è il primo passo per guarire.

Ecco la lista completa dei cantanti in gara della categoria “Big”:

  • Fiorella Mannoia
  • Geolier
  • Dargen D’Amico
  • Emma
  • Fred De Palma
  • Angelina Mango
  • La Sad
  • Diodato
  • Il Tre
  • Francesco Renga e Nek
  • Sangiovanni
  • Il Volo
  • Alfa
  • Alessandra Amoroso
  • Gazzelle
  • Negramaro
  • Irama
  • Rose Villain
  • Mahmood
  • Loredana Bertè
  • The Kolors
  • Big Mama
  • Ghali
  • Annalisa
  • Mr Rain
  • Maninni
  • Ricchi e Poveri

Sarà diverso dallo scorso anno?

C’è una cosa che salta all’occhio per prima: i cantanti in gara, quest’anno, sono 27. Più le 3 esibizioni di Sanremo Giovani, per un totale di 30 performance. Fine pena mai. Un spettacolo dal sapore di ergastolo ostativo per i telespettatori – che andranno comunque puntualmente a toccare vette record per la gongolante mamma Rai.

La scorsa edizione del Festival ha reso palese tutta la fatica nel portare avanti una linea, quella di Amadeus, apparentemente originale e non addirittura sovversiva, ma che di fatto faceva acqua da tutte le parti. Uno show affaticato, lontano dai colpi di scena e le esplosioni pirotecniche delle scorse edizioni sotto la stessa direzione artistica. Quest’anno il rischio è quello di affondare la barca, definitivamente.

Con una realtà storica che cala una cappa di tristezza, indolenza e di una salute mentale collettiva messa a dura prova dagli eventi, Sanremo rischia di fare la fine dei violinisti sul Titanic: uno show orrorifico, in cui sfoggiare un sorriso lynchiano sinistro, rimanere imperterriti e piantati in una dimensione di plastica decadente mentre il mondo intorno – letteralmente – cade a pezzi.

La formula “vincente”

Nessuna sostanziale novità nella scelta dei nomi in gara: Amadeus ha capito la formula che finora ha funzionato, pur con diversi incidenti di percorso, e la ripropone rimescolando le carte.

Per chi li conosce, il trio di punkettoni trapper emo La Sad, non può non far strano. Ma anche in questo caso, nulla di nuovo: dall’Achille Lauro del 2019 in poi la quota “freak messo alla gogna mediatica” ci deve essere a tutti i costi. È qui il cortocircuito di Sanremo: sbatte il mostro in prima serata e aspetta. I più reazionari polemizzano, gridano allo scandalo, preparano i forconi ma poi, alla fine, cedono. Perché tutto quello che passa dal tritacarne di Rai1, ne esce, alla fine, frattaglia che non può far male a nessuno.

Sarà un horroshow. E sarà bellissimo.

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Clarissa Missarelli
Da sempre affascinata e appassionata di cultura pop, sfrutto la mia laurea in DAMS e la mia formazione musicale per far accapponare la pelle a chi non vede l'evidente somiglianza tra Sfera Ebbasta e Fabrizio De André. Guardo, ascolto e leggo di giorno e scrivo di notte, se ho qualcosa da dire. Per conoscermi meglio, l'importante è tenere a mente due cose: la mia parte preferita della giornata è l'aperitivo e la settimana di Sanremo è più importante del mio compleanno.