Si alza il vento, Hayao Miyazaki, Studio Ghibli
Si alza il vento, Hayao Miyazaki, Studio Ghibli

Qualche volta vorrei rinascere vento per diventare parte del cielo meraviglioso che solcano i personaggi di Miyazaki.

Il 20 luglio 2013 usciva nelle sale la ormai penultima opera del maestro del cinema d’animazione: Si alza il vento. Tornando ancora una volta tra le pieghe della storia, dell’aviazione e della libertà che solo l’atto del volare può concedere, il regista confeziona un’opera struggente e ambiziosa.

Si alza il vento torna in sala dal 24 al 30 agosto con la rassegna Un mondo di sogni animati.

Il regista che non poteva perdonarsi

Come può un marxista pacifista essere tanto devoto all’aviazione militare da concepire un film biografico su Jiro Horikoshi? Horikoshi fu ingegnere aeronautico e inventore del temutissimo caccia giapponese Mitsubishi Zero, incubo delle forze alleate e dei civili di Asia e Oceania durante il secondo conflitto mondiale.

Si alza il vento è proprio la storia di Jiro, del suo sogno di creare un aereo magnifico, e della sua tragica storia d’amore con Naoko. Una vita sulla scia dei sogni di grandezza, così alti che l’uomo non può comprenderli realmente; le sue creature diventeranno l’arma principale dell’aviazione giapponese durante la guerra.

Ma il regista questo lo sa, e il film si imposta abilmente come un dialogo tra due poli: uno estatico alla ricerca della realizzazione del sogno immacolato e uno realistico e crudo, che investe il sogno stesso e i suoi prodotti, ma non è comunque in grado di piegare la forza dell’amore che lega Jiro a Naoko.

Un discorso ampio e struggente

Jiro è quasi uno specchio del regista stesso. Ogni volta che si mette al lavoro su un nuovo velivolo è ferocemente combattuto sul destino che esso avrà. Miyazaki non ha mai nascosto il suo pacifismo, ed è stato uno dei più grandi artisti ad imporre questo messaggio nelle sue opere senza farle vessare da esso. Non si respira blanda retorica pacifista nei suoi film, ma sincero amore per la pace e la fratellanza.

Eppure è sempre stato un’amante del volo e dell’aviazione, compresa quella militare. Jiro si confronta nei suoi sogni con il suo ispiratore, l’ingegnere italiano Caproni, che rappresenta il suo sogno aviatorio più puro, quello che non è caduto preda delle mire dei governi e dei loro piani bellici. Si assiste così alla struggente lotta tra il sogno e la realtà del volo e dell’aviazione; in questo senso il film vuole essere quasi un’epigrafe alla lotta idealistica che il regista ha combattuto per anni.

Ma la grandezza di Miyazaki non si limita a questo. In Si alza il vento troviamo un personaggio fuggito da uno dei capolavori della letteratura europea e mondiale: Hans Castorp.

Il protagonista de La montagna incantata di Thomas Mann (che proprio come Jiro ebbe una moglie costretta in un sanatorio per una parte della sua vita) nel romanzo è la rappresentazione dell’indecisione fra umanesimo e radicalismo, mentre qui è il triste annunciatore della scabrosa realtà della guerra e di ciò che succederà agli aerei di Jiro. È la voce della realtà che infrange tutti i sogni puri dell’ingegnere giapponese, ed è anche un tributo letterario degno di menzione.

Naoko, la donna dei sorrisi

Jiro per tutto il film sembra vivere del suo sogno aviatorio, ma questo riguarda esclusivamente lui (e il regista). Noi spettatori siamo affascinati da queste ambizioni, ma ancora di più siamo toccati dalla sua storia d’amore che ha un tragico epilogo.

La via di Jiro, divisa e combattuta tra amore e ambizioni personali, è un tema ancora oggi molto attuale in Giappone. Cosa è meglio, la famiglia o la carriera?

Naoko non limita mai i sogni di Jiro, eppure sa che non potrà essere per sempre al suo fianco e vederglieli realizzare. Pur sembrando quasi una presenza marginale nella storia, il suo personaggio incarna l’armonia e la speranza che sono necessarie al protagonista maschile per completare il suo lavoro. In più di un senso è il personaggio più forte, che persino da spirito onirico continua a incoraggiare Jiro a seguire i suoi sogni e a vivere la sua vita.

In breve

Non si può non credere alla meraviglia che il film lascia nello spettatore, oltre tutti i dubbi e le riflessioni che fa sorgere. Miyazaki non è un uomo perfetto, ma ha dimostrato che la sua arte può ambire tranquillamente ad esserla. Si alza il vento è un film da regalarsi con tutto il cuore e con tutti i sogni di cui siamo capaci. Aspettiamo l’anno prossimo per vedere l’ultima opera del maestro.

Illustrazione di Beatrice Galli, illustratrice e fumettista del collettivoviscosa

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.

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