The Mandalorian 3. The Walt Disney Company
The Mandalorian 3. The Walt Disney Company

Dopo otto episodi anche la terza stagione di The Mandalorian 3, spin off della fortunata saga di Star Wars, volge al termine con quello che risulta essere il coronamento (per ora) delle avventure del mandaloriano Din Djarin (Pedro Pascal) e del piccolo Grogu.

Con un inizio che ha dimostrato ancora una volta le potenzialità di questa serie televisiva il finale non fa altro che confermarle, anche se con qualche minima sbavatura.

The Mandalorian 3 : storia di un popolo

Se la costante delle precedenti due stagioni era la sperimentazione e l’affermazione dell’arco narrativo di Din Djarin, protagonista della storia, con questa terza stagione The Mandalorian prende una piega diversa e sposta quasi tutta l’attenzione sul popolo mandaloriano, sulla sua storia compresi usi e costumi, ampliando le informazioni che già avevamo.

Ecco che The Mandalorian 3 non è più solo la storia di un unico mandaloriano e delle sue imprese, ma diventa la narrazione di un intero popolo e della sua unione, volta alla ripresa di un proprio posto all’interno della galassia. Una terza stagione diversa, consapevole delle proprie potenzialità all’interno dell’universo di Star Wars.

Alla dinamica familiare costruitasi tra Din e Grogu si aggiungono altre innumerevoli storie; da Bo-Katan Kryze (Katee Sackhoff), che si conferma ufficialmente come co-protagonista delle nuove puntate e personaggio chiave per le vicende dell’intero popolo mandaloriano, passando poi per le tribù rifugiate in angoli remoti dopo l’attacco di Moff Gideon (Giancarlo Esposito), che vengono riunite per la riconquista di una nuova identità come popolo legato da un ideale comune.

L’attenzione su Din cala ma senza andare a nuocere alle sorti della vicenda, riconfermando la volontà di assegnare ad un’altra persona il ruolo da leader, da sempre scomodo al personaggio interpretato da Pedro Pascal.

Tra azione e novità

L’asticella della narrazione si alza quasi forzatamente ma non troppo, la stagione appena conclusa va a gettare le basi di quella che è stata la dinamica principale della trilogia sequel. Ecco quindi che all’interno del discorso narrativo si vanno ad insinuare stralci di ciò che sta succedendo nella galassia a distanza di alcuni anni dalla caduta dell’Impero, con una nuova minaccia che sembra farsi più incombente puntata dopo puntata: le basi del temuto Primo Ordine.

Le novità principali risiedono nell’introduzione di elementi chiave della trilogia sequel, uno su tutti le Guardie Pretoriane, insieme a dettagli che già avevano caratterizzato la narrazione di The Mandalorian, come il discorso sulla creazione dei cloni e il loro successivo utilizzo.

Ovviamente l’azione non manca e si trova perfettamente bilanciata con situazioni dove è il dialogo a fare da padrone. Ma se da un lato il ruolo di Din, nonostante la sua netta diminuzione, risulta comunque stabile e gode di un senso logico, quello che sembra averne risentito di più è sicuramente Grogu. Le potenzialità di questo personaggio, ampiamente mostrate nelle precedenti stagioni ma anche in prodotti come The book of Boba Fett, passano nettamente in secondo piano, godendo quindi di uno spazio altamente limitato e controproducente rispetto a quello che fino ad ora era stato mostrato. Non giova alla narrazione che ne aveva fatto un punto cardine.

The Mandalorian 3. The Walt Disney Company.

Cosa succederà ora?

Il finale di stagione, intitolato Il ritorno, mette la parola fine ad alcune questioni ma ne lascia in sospeso molte altre come, ad esempio, quale sarà il futuro della Galassia ora sempre più vicina all’ascesa della nuova minaccia del Primo Ordine? Ma soprattutto, come questa nuova istituzione dittatoriale prenderà il sopravvento?

Il ritorno di Moff Gideon (avvenuto a metà stagione ma intuito già da molti) sembrava fondamentale per la risposta a questa domanda, ma è caduto di nuovo in sordina proprio con l’ottavo episodio in cui è stato gestito molto male risultando quasi non necessario. Se finora i momenti di altissima tensione hanno prevalso, nel finale tutto prende una piega diversa ma, basandoci su ciò che sappiamo, non durerà sicuramente per molto.

Con la conclusione della terza stagione si apre un nuovo capitolo per Star Wars ma anche per il futuro della saga mandaloriana stessa, che andrà incontro al grande schermo. Come annunciato infatti alla Star Wars Celebration di qualche settimana fa, la serie tv creata da Jon Favreau vedrà approdare le proprie linee narrative al cinema con un film interamente dedicato alla soluzione di questioni in sospeso diretto da Dave Filoni, ora co-produttore della serie.

The Mandalorian diventa il tassello mancante del passato, del presente ma anche del futuro di Star Wars, una saga prolifica destinata a tenere alto il suo nome nel panorama seriale e non.

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".

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