Dal 6 luglio torna al cinema Thor lo Zio del tuono, o meglio, il dio del Tuono, con Thor: Love & Thunder. Quarto capitolo dedicato al personaggio e secondo lungometraggio diretto da Taika Waititi dopo Thor: Ragnarok nel 2017, vede il figlio di Odino – interpretato ancora una volta da Chris Hemsworth – fare i conti con Gorr (Christian Bale) deciso a sterminare ogni Dio. Il personaggio di Thor però non è lo stesso di dieci anni fa. Ecco, quindi, un focus sulla sua evoluzione.
I primi passi nell’MCU
Thor appare per la prima volta nell’MCU nell’ormai lontano 2011, nel suo omonimo film diretto da Kenneth Branagh. Da subito viene presentato come sicuro di sé, fiero ma anche molto arrogante e superficiale ed è appunto questo uno dei motivi per cui verrà esiliato sulla Terra per un breve periodo. È proprio da qui che cominciamo ad assistere ad una graduale, ma molto importante, evoluzione nel carattere di questo affascinante personaggio.
Costretto a fare i conti con il non avere più i suoi poteri, Thor si avvicina sempre di più alla vita terrena, creando forti legami con le persone che la abitano seppur mantenendo un occhio di riguardo verso la sua terra natale ossia Asgard. L’arroganza cede il posto alla genuina preoccupazione verso gli altri, spazzando via anche la superficialità. Thor si trasforma così in un cittadino della Terra e non più solo di Asgard, complice il fatto della formazione degli Avengers, che lo vede tra i membri fondatori.
La componente umana
Dopo la sua prima esperienza sul pianeta Terra, Thor capisce l’importanza delle altre persone nella sua vita e la caducità di quest’ultima. Nel corso della sua storia lo vediamo intrecciare rapporti sempre più stretti con moltissime figure: da suo fratello Loki (Tom Hiddleston) fino ai suoi colleghi Avengers, dai suoi genitori fino a Jane Foster (Natalie Portman) con la quale intraprenderà una tormentata storia d’amore. Non solo un Dio invincibile, quindi. Ed è grazie a loro che in Thor si riconoscono anche le debolezze.
Una delle dinamiche che più si è sviluppata nel corso del suo arco narrativo è proprio quella delle relazioni con gli atri. Le innumerevoli perdite che ha subito hanno portato il personaggio a evolvere e a sviluppare il suo lato più umano. Quest’ultimo trova maggiore spazio e attenzione negli ultimi progetti in cui il protagonista appare, ossia Thor: Ragnarok (2017), Avengers: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019) e soprattutto in Thor: Love & Thunder dove si scopre che amore e umanità sono i motori che mandano avanti il mondo e le stesse azioni di Thor.
L’impronta di Kenneth Branagh
Dell’introduzione nel mondo supereroistico cinematografico di Thor se ne è occupato Kenneth Branagh. Uno dei registi più attivi nel campo cinematografico corrente, Branagh è stato in grado di donare una propria impronta a questo personaggio che è stato senza dubbio uno dei più difficili da trasporre. Ha donato un suo personale ritratto del dio nei primi due lungometraggi, Thor (2011) e Thor: The Dark World (2013), che si è dimostrato però molto schematico e abbastanza freddo, poco genuino.
I due film, che hanno riscontrato poco successo di pubblico, critica e botteghino, non hanno reso giustizia a Thor, concentrandosi maggiormente su vicende futili con poco spazio per una sua evoluzione personale. Hanno senza dubbio però gettato le basi di un arco narrativo che successivamente è sempre stato in crescita, risultando ugualmente importanti per la comprensione di fatti centrali nei successivi lungometraggi.
La rinascita sotto il segno di Taika Waititi
Premio Oscar alla Miglior Sceneggiatura non originale nel 2020 per il film Jojo Rabbit – che ha anche diretto e interpretato – Taika Waititi è uno dei registi più originali degli ultimi anni, oltre ad essere anche attore e sceneggiatore. Satirico, eclettico, scanzonato ma allo stesso tempo profondo, Waititi è una vera e propria rivelazione nel mondo del cinema. Proprio a lui è stata assegnata la regia degli ultimi due capitoli di Thor, Ragnarok e Love & Thunder. In entrambi i casi – ma soprattutto in Love & Thunder – grazie alla geniale scrittura del personaggio assistiamo ad una rinascita di Thor in tutti i sensi.
Non è cambiato, si è semplicemente aperto a nuovi orizzonti grazie alla nuova impronta che gli è stata donata. Waititi riesce così a mescolare comicità a momenti più seri e profondi, contribuendo ad una crescita dell’arco narrativo del dio del Tuono. Le risate accompagnano il viaggio di Thor, ma le situazioni che richiedono serietà sono dietro l’angolo e sono affrontate abilmente. Ed è forse questo uno dei motivi del recente successo di Thor, che da personaggio principale ma allo stesso tempo di nicchia, ha avuto la sua completa rivincita che lo ha portato ad essere l’unico ad ottenere un quarto solo movie. E di storie da raccontare ne ha ancora molte.
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