film da recuperare per venezia 78

Venezia 78, o meglio, la 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (1-11 settembre) è imminente. Un evento attesissimo tanto da chi si troverà sul posto quanto da chi lo seguirà a distanza, considerati anche i nomi e titoli in programma. Per arrivare preparati, eccovi allora alcuni consigli di visione per conoscere meglio alcuni dei registi in concorso. Meno celebri di un Sorrentino o di un Almodóvar, ma non per questo meno validi.

L’artista, Gastón Duprat e Mariano Cohn (2008)

Gli argentini Mariano Cohn e Gastón Duprat saranno in gara al Lido con Competencia oficial, con Penélope Cruz, Antonio Banderas e Oscar Martínez. Un’ottima occasione per (ri)scoprire il loro notevole lungometraggio d’esordio, L’artista (El artista), disponibile in streaming su CHILI. Una satira graffiante del mondo dell’arte contemporanea e del rapporto tra opera, autore e fruitore. Al centro l’infermiere Jorge che, spacciando per suoi i disegni di un anziano malato psichiatrico, diventa un divo corteggiato e osannato da galleristi e critici. 

Due protagonisti opposti e complementari nelle rispettive afasie, l’artista-impostore che non sa nulla di arte e l’artista-genio che sa comunicare solo la propria voglia di fumare. Tra lunghi piani fissi e scomposizioni del quadro tra cinema e dipinto, la commedia ci pone con ironia più di un dilemma irrisolto. Sul nostro creare, guardare, valutare. E le risposte, posto che ci siano, sono più ambigue di quanto sembri.

L’artista, Gastón Duprat e Mariano Cohn (2008)
L’artista, Gastón Duprat e Mariano Cohn (2008)

La legge del mercato, Stéphane Brizé (2015)

A Venezia 78 si concluderà con Un autre monde la trilogia del regista francese Stéphane Brizé sull’inferno del mercato lavorativo in epoca globalizzazione capitalista. Protagonista di tutti e tre i capitoli Vincent Lindon, ogni volta nel ruolo di un diverso, emblematico prigioniero dello stesso sistema. Primo, folgorante capitolo del trittico era stato La legge del mercato (La loi du marché, disponibile in streaming su CHILI e Google Play).

Qui Lindon, Prix d’interprétation masculine a Cannes per quest’interpretazione, è Thierry, un lavoratore e padre di famiglia cinquantenne, licenziato perché l’azienda ha voluto delocalizzare. Un dramma etico-politico radicale (anche) nel suo realismo, spinto sino al cortocircuito tra finzione e documentario. Il volto di Thierry/Lindon diventa quello di un’umanità umiliata, offesa e posta infine di fronte al ricatto più crudele: scegliere tra (continuare a) essere vittima o diventare carnefice. 

La legge del mercato, Stéphane Brizé (2015)
La legge del mercato, Stéphane Brizé (2015)

The Man Who Surprised Everyone, Natasha Merkulova e Aleksey Chupov (2018)

Il cinema russo a Venezia 78 è rappresentato in concorso da Natasha Merkulova e Aleksey Chupov, con Captain Volkonogov Escaped. Al Lido, i due registi si erano già rivelati con The Man Who Surprised Everyone (Tchelovek kotorij udivil vseh), premio Orizzonti all’attrice Natalya Kudryashowa.

In un villaggio della Siberia, la vita della guardia forestale Egor è sconvolta dalla notizia della malattia terminale di lui. Ispirato dalla storia di una maga, l’uomo compie una scelta che sconvolgerà i suoi familiari e concittadini. Scoperchiando l’abisso di pregiudizi e odio della comunità in cui vive. Una parabola sull’identità, dove la coppia di registi-sceneggiatori crea un’atmosfera straniante e sospesa tra naturalismo e fantastico, allegoria e lirismo. Vita e morte come (ri)nascita. Inedito in Italia, il film è disponibile su Biennale Cinema Channel (MYmovies).

Ti guardo, Lorenzo Vigas (2015)

Non è proprio l’ultimo arrivato al Festival di Venezia, il regista venezuelano Lorenzo Vigas, in concorso con La caja. E già Leone d’oro nel 2015 col suo primo lungometraggio, Ti guardo (Desde allà), disponibile su Rakuten TV. Una parabola sul potere e sul rapporto (malato) tra classi attraverso lo sguardo. È lo sguardo la fonte di piacere di Armando (Alfredo Castro), maturo e agiato borghese di Caracas che paga giovani poveri perché si spoglino davanti a lui. Ma la consueta compravendita prende una piega imprevista con l’inquieto Elder.

Un’opera prima stilisticamente esemplare nel suo essere giocata tutta sul contrasto tra messa a fuoco e fuori fuoco, mostrato e non mostrato, detto e non detto. Dove è sempre il secondo a prevalere. Così come, nella spietata gerarchia sociale, l’esclusione si mangia l’inclusione. E non può (mai?) esserci vera apertura all’altro, compreso quello racchiuso-recluso in se stessi.

Ti guardo, Lorenzo Vigas (2015)
Ti guardo, Lorenzo Vigas (2015)

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Emanuele Bucci
Gettato nel mondo (più precisamente a Roma, da cui non sono tuttora fuggito) nel 1992. Segnato in (fin troppo) tenera età dalla lettura di “Watchmen”, dall’ascolto di Gaber e dal cinema di gente come Lynch, De Palma e Petri, mi sono laureato in Letteratura Musica e Spettacolo (2014) e in Editoria e Scrittura (2018), con sommo sprezzo di ogni solida prospettiva occupazionale. Principali interessi: film (serie-tv comprese), letteratura (anche da modesto e molesto autore), distopie, allegorie, attivismo politico-culturale. Peggior vizio: leggere i prodotti artistici (quali che siano) alla luce del contesto sociale passato e presente, nella convinzione, per dirla con l’ultimo Pasolini, che «non c’è niente che non sia politica». Maggiore ossessione: l’opera di Pasolini, appunto.

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