Bohemian Rhapsody, Brian Singer, 2018

Bohemian Rhapsody ripercorre le tappe della vita di Freddie Mercury, dalla nascita dei Queen fino alla sua straordinaria esibizione al Live Aid del 1985.

Bohemian Rhapsody mostra tutto il coraggio di un impacciato ragazzo che lavora come scaricatore di bagagli all’aeroporto di Heathrow e si propone come nuovo cantante di un gruppo sconosciuto chiamato Smile. Il chitarrista e il batterista del gruppo, Brian May e Roger Taylor, all’inizio hanno non poche perplessità davanti a quel ventiquattrenne mingherlino e dentone. Quando però lo sentono cantare decidono di rischiare, senza sapere che quella scelta cambierà le loro vite per sempre. 

L’opera mostra l’incredibile ascesa del gruppo e i loro primi successi. Si focalizza poi sul tracollo psicologico di Freddie (Rami Malek), che a causa di alcune scelte sbagliate, inclusa la relazione con il suo manager Paul Prenter, avido sfruttatore, finirà sull’orlo del baratro. Ci vorrà l’inaspettato amore di una donna per risollevarlo e rimettere in sesto la sua vita. E sarà proprio la consapevolezza di una morte imminente ad insegnargli come volersi bene davvero, per la prima volta dopo tanto tempo. 

Bohemian Rhapsody è un film che parla d’amore

Non si intende però l’amore che si ha in una relazione tra fidanzati, o fra coniugi. Certo, si parla anche di questo, ma si indaga maggiormente quell’amore puro e incondizionato che dura nonostante le insormontabili difficoltà della vita. Mary, la moglie di Freddie, è una figura di sfondo, discreta ma onnipresente. Quando capisce che il marito è omosessuale soffre moltissimo. Non è affatto una situazione facile, specialmente negli anni Settanta, quando l’omosessualità era ancora un tabù. E sono tantissimi infatti coloro che osteggiano Freddie per questo. Come viene sottolineato molto bene in una scena, il video di I Want To Break Free, passato sotto il rullo compressore della spietata censura americana, mette alla gogna non Roger Taylor, ideatore del video, ma Freddie. L’omosessuale, il “vizioso” Freddie Mercury. 

Mary, l’amore assoluto

 Lucy Boynton e Rami Malek - credits: Daily express
Lucy Boynton e Rami Malek – credits: Daily express

Malgrado lo shock iniziale e la sua grande sofferenza, Mary decide di stare accanto a Freddie nonostante tutto. Quando l’uomo cambia casa, Mary trasloca vicino a lui, per fargli compagnia nei suoi momenti di solitudine. Naturalmente questo non le impedirà di rifarsi una vita, come è giusto che sia. Ma nonostante questo, il rapporto fra i due rimarrà qualcosa di unico e di speciale. Sarà lei a rompere il lungo silenzio in cui Freddie si rifugia, nel momento più buio della sua vita. Quando Prenter lo convince a intraprendere una carriera da solista e ad abbandonare i Queen e la sua famiglia, Freddie precipita in un buco nero di dolore e confusione.

Non sa più chi sia, si rifugia nell’alcool e nella droga per dimenticare lo schiacciante peso della solitudine. Ma Mary, incurante dell’ombra di Prenter, che filtra tutte le telefonate e taglia pressoché ogni contatto di Freddie con il mondo esterno, si precipita a casa dell’ex marito. Lo trova riverso sul divano, ormai incapace di reagire. È lei che lo scuote e lo riporta alla realtà: è il 1985 ed è ormai prossimo il più grande evento della storia della musica contemporanea, il Live Aid. I Queen non possono mancare. Devono essere lì e suonare insieme ai più grandi musicisti del mondo, da Elton John, David Bowie, gli Who, fino a Phil Collins, Bob Dylan e Paul McCartney. I grandi della storia del rock tutti riuniti, dunque, e i Queen sono parte di questo Olimpo.

La Bella Addormentata si è svegliata con un bacio del principe. Freddie si riscuote dal suo torpore grazie alle parole di una donna che lo ama e lo amerà incondizionatamente per tutta la sua vita. Certo, l’amore muta, assume diverse forme, ma Mary è davvero Love of My Life, quello a cui Freddie ha dedicato una delle sue prime e più belle canzoni. 

La musica e Jim, l’amore concreto

Ma c’è anche l’amore che i Queen nutrono l’uno verso l’altro: ognuno ha la sua vita, ma il gruppo rimarrà sempre un punto fisso. È la famiglia che si sono scelti a vicenda e che rimarrà unita nonostante le incomprensioni e i litigi. Anche quando Freddie li abbandona, non si lasceranno mai davvero. Quando l’uomo si rende conto dei suoi sbagli, infatti, loro saranno pronti a riaccoglierlo, nonostante tutto e saranno al suo fianco, fino alla fine. 

E poi c’è Jim Hutton: quel cameriere che Freddie tenta di palpare dopo una festa a casa sua, accasciato accanto al pianoforte e alterato dalla droga. Jim, anziché assecondarlo, non solo si ribella e minaccia di picchiarlo se dovesse riprovarci, ma gli si siede accanto e parla con lui a lungo, per poi sentenziare: “Hai bisogno di un amico”. E dopo un bacio che Freddie si ricorderà per gli anni a venire, Jim dice la cosa più giusta: “Vienimi a cercare quando deciderai di volerti bene”.

E non è un’affermazione avventata, o detta con superficialità. Freddie conserverà a lungo il ricordo di quella serata e, in prossimità del Live Aid, andrà a casa di tutti i Jim Hutton presenti sull’elenco telefonico di Londra, per invitare quell’uomo straordinario a prendere un tè a casa sua. Da quel momento, Jim sarà il suo compagno, che gli starà accanto fino alla fine dei suoi giorni. 

Nonostante le apparenze e nonostante tutto il dolore e la sofferenza, Freddie non è mai stato veramente solo: i veri amici non lo hanno mai abbandonato. E se si guarda questo film, si ha davvero la convinzione che l’amore possa cambiare il mondo. 

Bohemian Rhapsody è una gioia per gli occhi e per le orecchie

Oltre alla ricerca estetica particolarmente curata, il film è prevedibilmente un’esperienza dal punto di vista uditivo. Sia per chi conosce bene i Queen, sia per i neofiti, risulta incredibilmente affascinante perché mostra i processi creativi che portano alla realizzazione di canzoni indimenticabili come Bhoemian Rhapsody. Erano gli anni Settanta, erano gli anni della massima sperimentazione musicale e i Queen non erano da meno.

Bohemian Rhapsody (2018), Live Aid - credits: Vanity Fair
Bohemian Rhapsody (2018), Live Aid – credits: Vanity Fair

L’album A Night at the Opera (1975) è geniale perché si presenta come un’ardita commistione di generi e Bhoemian Rhapsody è il culmine di questo eccezionale connubio, un’armonia perfetta di suoni, voci e suggestioni. Ripercorrere le tappe del processo creativo è affascinante e permette di comprendere appieno il clima di fermento musicale che attraversava quegli anni. E il tutto è raccontato in maniera così coinvolgente da attrarre l’attenzione non solo degli intenditori e degli appassionati, ma anche dei meno esperti. 

Bohemian Rapsody è un inno d’amore alla musica e riesce a coinvolgere il pubblico attraverso il potentissimo strumento dell’arte stessa. 

Il film sarà disponibile su Prime Video da fine novembre (trovi la nostra lista di titoli e nuove uscite qui), Continua a seguirci anche su Facebook e Instagram