Dead for a dollar venzia 79

Nei meandri del cinema moderno e contemporaneo, i generi predominanti rimangono quelli più commerciali come i grandi blockbuster del cinema fantasy e d’azione. Ma se si scava a fondo all’interno di questo labirinto c’è un genere che fra tutti ha davvero fatto la storia del cinema: il western. È con questa premessa che Venezia 79 accoglie al Lido, Fuori Concorso, il lungometraggio Dead for a Dollar di Walter Hill, la cui caratteristica principale è: o lo ami o lo odi.

Nell’arida terra del western

Messico, fine 1800. Il cacciatore di taglie più spietato sulla scena, Max Borlund (Christoph Waltz) viene ingaggiato da Nathan Price per trovare sua moglie Rachel Price (Rachel Brosnahan), rapita da Elijah Jones (Brandon Scott), un giovane afroamericano. Quello che non sanno è che Rachel non è stata rapita, bensì è volontariamente fuggita da suo marito violento, per intraprendere una relazione amorosa con Jones. Mentre Borlund è impegnato nella ricerca della giovane, un fuorilegge che anni prima proprio Borlund aveva fatto arrestare, Joe Cribbens (Willem Dafoe), si mette sulle tracce del cacciatore di taglie, gridando vendetta.

L’idea proposta da Walter Hill è una ed è chiara fin da subito. Il regista, infatti, non mira a creare un lungometraggio perfetto e per tutti; quello che Hill propone è un chiaro esempio di celebrazione della sua aura registica, la summa delle composizioni della sua carriera, un film pensato minuziosamente per i suoi fan, che nella visione del prodotto finale ne traggono immediatamente soddisfazione. Dead for a Dollar si può definire così per svariati motivi, ma si tratta soprattutto di una lettera d’amore che il regista scrive e mette in scena per sé stesso. Un western nudo e crudo, con tutte le caratteristiche del genere, tra vecchie consuetudini e nuovi metodi di narrazione.

Un’opera riuscita a metà

La ricetta di Dead for a Dollar è caratterizzata da un mix di congetture diverse, da pregi e difetti che vanno a comporre un lungometraggio che nella sua interezza poteva osare e valere molto di più. La sceneggiatura – scritta da Walter Hill – porta con sé tutti gli elementi tipici di qualsiasi western: duelli all’ultimo sangue con sparatorie mozzafiato annesse, piani sequenza elaborati da una maestria testimone della grande esperienza registica, musiche classiche del genere e una fotografia desaturata e tendente al seppia, che riflette le caratteristiche principali del paesaggio circostante, arido e deserto.

Ma Dead for a Dollar è anche un lungometraggio che nel suo complesso guarda ai nostri tempi. Il personaggio di Rachel è diverso dalle tipiche congetture del cinema western, fuori dagli schemi del genere, come lo fu Vienna in Johnny Guitar. È sicura di sé, abile con la pistola, senza macchia e senza paura ed è soprattutto in grado di badare a sé stessa senza l’aiuto di alcun uomo a coprirle le spalle. Ecco perché l’intervento di Borlund nel suo salvataggio, non è più il fulcro dell’intera narrazione. Il fulcro stesso, anzi, non rimane stabile nella narrazione, confondendo molto spesso le intenzioni del film, che ondeggiano e sono molto lontane dall’essere chiare.

Christoph Waltz è illuminato dalla buona stella di Walter Hill

L’unico personaggio che non perde mai la diritta via è Max Borlund. Il cacciatore di taglie, interpretato da un fenomenale Christoph Waltz, è l’unico a godere di un arco narrativo coerente alla sua natura e sviluppato in modo corretto. La sua storia rimane sempre al centro della narrazione, non venendo mai scartata in favore di linee narrative secondarie. Il personaggio buca la scena facilmente e rapisce così l’attenzione del pubblico, merito di un corretto mix tra interpretazione e scrittura.

Colui che invece sembra avere un ruolo non chiaro è Joe Cribbins. Interpretato da Willem Dafoe, l’attore è chiuso in una piccola parte, privo di un proprio spazio e di proprie caratteristiche. In moltissimi casi – quando non è presente sulla scena – la sua presenza nel lungometraggio viene facilmente dimenticata in favore di narrazioni più funzionali allo sviluppo del racconto. Willem Dafoe non riesce purtroppo a dare il meglio, complice un arco narrativo caotico e non ben definito.

Nonostante i difetti, Dead for a Dollar rimane comunque un lungometraggio godibile e adrenalinico, che troverà il suo favore all’interno della cerchia di spettatori fedeli al genere western, ma soprattutto al cinema di Walter Hill.

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".

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