IL PAESE DEL MELODRAMMA, un film di Francesco Barilli. AVILA ENTERTAINMENT S.R.L.
IL PAESE DEL MELODRAMMA, un film di Francesco Barilli. AVILA ENTERTAINMENT S.R.L. in collaborazione con RAI CINEMA e MiC

Presentato in anteprima al Parma Film Festival – Invenzioni dal Vero, Il Paese del melodramma è il nuovo lungometraggio firmato da Francesco Barilli (Il Profumo della Signora in nero, Pensione Paura, Poltrone Rosse – Parma e il cinema) e uscito lo scorso 30 novembre in sala.

È un film sulla lirica, sulla morte, sull’ironia che essa arriva a dispensare nonostante il suo drammatico ruolo. Proprio per merito della Morte (interpretata da Luc Merenda) il film prende respiro da molti momenti in cui si fa fatica a credere alla drammaticità degli eventi, un po’ per la mancanza di coraggio di scegliere la via pura di un film di genere, un po’ per la recitazione artefatta, che spegne la fiamma del senso stesso del soggetto.

La trama

Carlo Gandolfi (Luca Magri) è un eccezionale baritono che ha lasciato però alle spalle i giorni della gloria e delle esibizioni: a causa di un devastante lutto (sua moglie e sua figlia sono morte in un incidente aereo), l’uomo non riesce più ad uscire dal vortice dell’alcol e dell’autocommiserazione. Nessuno riesce a tirarlo fuori dal gorgo in cui sta sprofondando, né suo padre (interpretato dallo stesso Francesco Barilli), né Angelica (Nina Torresi), la donna con cui aveva una storia e che continua saltuariamente a frequentare.

Sarà allora la Morte in persona (Luc Merenda) a pretendere un ritorno sul palcoscenico, ma in un’opera in particolare, la sua preferita, il Macbeth di Verdi. Se non sarà così, essendo in suo potere, trascinerà Carlo negli inferi.

Il Paese del melodramma è interamente girato a Parma, l’anima della città pervade l’essenza della trama del film, ma qualcosa non funziona: la sofferenza dei personaggi non è credibile quanto l’obiettivo del regista, il racconto si avvale di effetti visivi che richiamano l’horror e il mistero, ma seguendo un’estetica “vintage”, che non riesce a colpire nel segno riguardo l’orrore delle infinite potenzialità della Nera Mietitrice. L’atmosfera gotica ben si allinea alle location, meno i dialoghi e le vicende, sebbene la sceneggiatura ci regali un finale riuscito.

La Morte, inseparabile compagna

Una grande passione per l’arte e la lirica e uno humor intrigante caratterizzano la Morte delineata nel film di Barilli. Il volto e il corpo sotto abito nero e lunghi capelli bianchi sono quelli del favoloso Luc Merenda (Milano trema: la polizia vuole giustiziaLa polizia accusa: il servizio segreto uccideIl poliziotto è marcioNapoli si ribella e La banda del trucido), che qui ci regala un ruolo irresistibile.

Vicina alla Morte bergmaniana (e non è l’unico dettaglio che riprende Bergman, un altro è la scena con gli orologi e la finta morte di Barilli), potente eppure autoironica, sfiora anche la leggerezza di quella dei Monty Python. Nei panni della Morte con la passione per il melodramma, ha le capacità di scardinare il melodramma stesso, che rimane un po’ statico, indietro, mentre lei avanza portando a compimento la tragedia che tanto desiderava, e che più di una volta ci fa sorridere.

IL PAESE DEL MELODRAMMA, un film di Francesco Barilli. AVILA ENTERTAINMENT S.R.L.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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