Kiki Consegne a domicilio

Nel 1989 usciva in Giappone il quinto film del regista Hayao Miyazaki, Kiki –Consegne a domicilio, tratto dall’omonimo romanzo di Eiko Kadono. Un crocevia visivo e tematico dell’opera del regista, che con la sua delicata tecnica d’animazione porta qui in scena la magia e il volo, l’amicizia e la crescita personale.

Sarà possibile vederlo in sala dal 13 al 19 luglio 2023 grazie alla rassegna Un mondo di sogni animati di Lucky Red.

La formazione della strega

Per Kiki, giovane strega tredicenne, è giunto il momento di partire per fare l’apprendistato di un anno presso un’altra città; così insieme al suo divertente gatto nero Jiji raggiunge il porto di Koriko. Qui, dopo alcune iniziali difficoltà, conosce la fornaia Osono, grazie alla quale trova una stanza in cui vivere, e sfruttando la sua arte magica del volo mette su un’attività di consegne.

Nel corso della sua maturazione personale Kiki imparerà a conoscere le persone e le loro varie nature, e svilupperà, nonostante un’iniziale diffidenza, un forte legame con Tombo, un suo coetaneo appassionato di volo.

Il colore e la crescita personale

Pur essendo uno dei pochi film non originali del regista, la base letteraria trova in questo adattamento animato una forza espressiva dirompente.

Ancora una volta Miyazaki plasma una fiaba visiva e sensoriale che colpisce soprattutto a livello cromatico. I vari ambienti animati brillano con dei colori radiosi e pervasivi.

Tornano i temi cari al regista: il volo, la magia, il ritratto di una credibile e ottimistica umanità, il nucleo familiare.

I primi dieci minuti in particolare sono un distillato della sua poetica. Il viaggio e la futura crescita personale di Kiki, che deve separarsi dalla sua amorevole famiglia, si sublima profondamente in quel volo che le fa assaporare la prima libertà; volo che dipinge un glorioso e bellissimo mondo.

Il personaggio di Ursula poi è un vero tocco di genio. Rappresenta infatti la versione adulta di Kiki, colei che ha scelto in piena libertà di fare del proprio sogno infantile il lavoro della sua vita, crescendo e maturando personalmente dopo molte difficoltà.

Non per caso condividono, in giapponese e in italiano, la medesima doppiatrice.

L’umanità, il progresso e la tradizione

Miyazaki ha sempre avuto cura di essere schierato ma non moralista, poetico ma non retorico. Nonostante tornino costantemente i suoi amati temi, il regista non è mai apparso in nessun suo film come un fanatico di essi; al limite come un innamorato o un sognatore.

Può infatti sembrare strano che un pacifista di sinistra come lui nutra però un amore compulsivo per gli aerei da guerra e l’aviazione militare, ma come nelle sue opere riesce a far coabitare moralmente personaggi con ideali opposti, così è capace di farlo con gli ideali stessi.

La magia di Kiki e delle streghe trova comunque spazio in un mondo sempre più moderno; non esiste la lotta tra progresso e magia, ma solo una pacifica convivenza.

Miyazaki nei suoi film dipinge sempre un mondo che rasenta i confini dei suoi sogni e dei suoi amori, ed essi coesistono senza mai veramente scontrarsi.

La magia è infatti un elemento che si radica nella natura e nella tradizione secondo Miyazaki, che però non lesina la sua speranza narrativa e il suo ottimismo creativo alla tecnologia e al suo continuo sviluppo; anzi, la coabitazione morale e idealistica di questi due elementi è di per sé un simbolo di pace e serenità. Pur trattando di guerra, cataclismi, e in alcuni casi di vere e proprie apocalissi, il regista è capace di non sviscerare la questione prolissamente sul piano retorico, ma di renderla viva, credibile e immediatamente comprensibile. Valgano a testimonianza di ciò il mondo di Nausicaä e lo scontro finale tra i samurai e il Dio Bestia in Principessa Mononoke (1997).

La magia

Magia è sinonimo di dolcezza, di crescita. Tutti i film del maestro hanno in sé un elemento magico, e questo non è mai malvagio o buono. Egli si astiene dalla vuota retorica sugli oggetti o sul loro utilizzo, e si concentra invece sull’umanità.

Pensiamo a Yubaba, Madame Suliman, la strega delle lande o Fujimoto, maghi e streghe che sembrano o sono i cattivi delle storie, ma non vengono mai colpevolizzati per l’esercizio della magia. Sono le loro intenzioni ad essere malvagie e nel giudicare loro anche noi teniamo fuori ogni giudizio sui mezzi magici che usano. Questo perché c’è sempre, speculare a loro, un personaggio positivo che si serve dei loro stessi poteri: Zeniba, Howl, Granmamare. Attraverso di essi e attraverso la grandezza ritrattistica di Miyazaki nel presentarceli, noi possediamo un contrappeso morale che rende inerte ai giudizi quel mezzo usato da entrambi.

Il maestro è abile nel farci concentrare sull’umanità sincera e meravigliosa dei suoi personaggi anche nelle storie più fantastiche e magiche.

Non è un caso che le sue fiabe dipingano dei legami così realistici tra i vari personaggi, che siano di amicizia, odio o amore.

L’uomo secondo Miyazaki

La figura che sembra sempre più sfuggente nei film del regista è l’uomo. Celebri sono i suoi personaggi femminili (Kiki, Chihiro, San, Ponyo, e sopratutto Nausicaä) che ormai sono, insieme a altri altri personaggi animati (Fujiko Mine, Nadia e Asuka Sōryū Langley), dei veri e propri emblemi del Sol Levante e della sua cultura.

Eppure anche gli uomini di Miyazaki rispecchiano la poetica e la visione morale del maestro.

Sono sempre deboli o imperfetti, chi per una maledizione (Marco Pagot, Howl, Ashitaka), chi per un pregiudizio o un ideale errato (Fujimoto, Jiko-bo), oppure per un difetto fisico (la vecchiaia per Yupa, la miopia per Jiro). Ci sono poche eccezioni e sono sempre dei giovani come Asbel o Sosuke.

Miyazaki concepisce l’umanità come unica e mirabile, pur dipingendola abilmente divisa, imperfetta e in conflitto reciproco, scatenando così nello spettatore un profondo rigetto per la realtà che lo circonda, troppo crudelmente simile a questi ritratti violenti ma istruttivi.

Allo stesso tempo ci presenta degli uomini estremamente veri, mai completi o perfetti, ma sempre con un lato oscuro e sofferente che diventa la pietra angolare del loro sviluppo come personaggi.

In breve

Kiki – Consegne a domicilio è uno di quei film speciali che regalano pace e dolcezza allo spettatore. Miyazaki dimostra di essere uno dei pochi registi che non ha un’opera brutta nella sua filmografia e questa spensierata fiaba conferma la sua grandezza come visionario e sognatore.

Illustrazione di @illubiene del @collettivoviscosa

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.

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