Ponyo sulla scogliera

Anche questa estate Lucky Red ci regala una cinquina di magici sogni cinematografici di Miyazaki. Dal 6 al 12 luglio troverete in sala Ponyo sulla scogliera, che quest’anno festeggia 15 anni.

Dolce, magico e fiabesco, Ponyo è una storia di legami e libertà, di affermazione di sé stessi e di ambientalismo; un film per il nostro pianeta.

Tra il mare e l’umanità

Sotto il mare vive il mago/scienziato Fujimoto con le sue numerose figlie, dei pesci rossi con il volto umano. Un giorno la maggiore, Brunilde, viaggia fino in superficie e incontra un bambino umano di nome Sosuke, con il quale stringe una fortissima amicizia. Sviluppa quindi il desiderio di diventare umano, andando contro la volontà paterna che invece mira a riportare i mari ad uno stato di antico splendore incontaminato a spese dell’umanità. La bambina, che grazie al sangue di una piccola ferita di Sosuke ha sviluppato gambe e braccia, usa la sua magia per fuggire ma pasticcia con i filtri magici del padre avviando il processo non ancora completo di pulizia dei mari.

Ponyo riesce a ricongiungersi con il suo amato Sosuke, che vive su una scogliera insieme alla madre Risa.

Fujimoto chiede consiglio alla madre di Ponyo, Granmamare, la Dea della Misericordia, la quale convince l’uomo a sottoporre il giovane Sosuke ad un test; se lo passerà, Ponyo potrà diventare una bambina umana, in caso contrario diventerà schiuma di mare.

Come le fiabe dei secoli andati

La storia è narrata con una finezza semplice e magistrale; sembra che la sceneggiatura venga da un antico manoscritto chiamato Ponyo Monogatari.

Miyazaki è in grado di toccare i nervi scoperti dell’umanità e donare ad essa speranza.

I temi cari del maestro, quali l’ambientalismo, il progresso scientifico, il ritratto di un’umanità variegata e sincera (nelle sue storie spicca infatti l’assenza di un vero cattivo), ancora un volta ci colpiscono per la loro messa in scena.

Basta osservare la sequenza iniziale dove il regista dipinge, come un maestro affreschista, un ciclo di quadri del mare, dapprima lindo e incontaminato e poi sporco e pesantemente trafficato.

Il compositore Joe Hisaishi ha creato un commento musicale che sposa ogni scena animata con una veemente leggiadria; la sinergia tra immagine e musica avvolge i sensi dello spettatore.

L’influenza originale della fiaba de La sirenetta è solo un’eco lontana; Miyazaki ancora una volta confeziona un film che non è veramente debitore a nessuna opera.

La scelta di rendere i due protagonisti dei bambini di 5 anni crea una storia in grado di parlare al mondo intero, ai piccolissimi come agli ottuagenari.

Una galleria di volti maestosi

Tutti i personaggi risplendono di un’eleganza umana che il regista descrive con un tratto preciso e splendido.

Lo dimostra con le vecchiette della casa di riposo, e in particolare con la signora Toki che da burbera e quasi antipatica diventa una preziosa alleata e sostenitrice di Sosuke e Ponyo.

La figura di Koichi, il padre assente e perennemente in viaggio di Sosuke, si scontra con quella di Fujimoto, che è ossessionato dal suo risentimento per gli esseri umani e la loro condotta nei confronti del mare. Tanto è lontano dalla famiglia il primo, che naviga spensierato sopra il mare, tanto è presente invece il secondo, che vive sepolto nelle profondità marine.

Le figure di Risa e quella di Granmamare, si legano, in quanto sono entrambe alla ricerca della felicità dei loro figli. Miyazaki dimostra ancora una volta di essere un cantore della potenza femminile e un femminista moderno.

Nei suoi film c’è un’umanità utopica, pura e uguale in tutto e per tutto, che quasi sembra non essere divisa tra maschi e femmine a livello sociale, politico o morale. Il maestro non ha mai permesso ad un singolo pregiudizio di ammorbare le sue opere.

Ma è coi due protagonisti e il loro amore fanciullesco e sincero che Miyazaki sembra scrivere una palpabile pagina di speranza per il mondo intero.

In breve

Miyazaki con le sue opere è capace ancora oggi di affascinare e istruire l’umanità. Ponyo è uno dei suoi film più dolci e colorati, un’opera di pura magia visiva ed emotiva.

Godiamoci questo e gli altri 4 film che quest’estate torneranno in sala, e prepariamoci al 14 luglio, quando il maestro rilascerà in Giappone il suo ultimo film, How Do You Live?

Illustrazione di @toonie_mao del @collettivoviscosa

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.