In concorso presso la sesta edizione dell’Orvieto Cinema Fest: due cortometraggi diametralmente opposti per tema e intento artistico. È però grazie alle loro differenti visioni di due distinte età della vita, che quest’ultima ci appare dipinta in maniera così sincera. Le due opere, una spagnola e una filippina, lanciano prima lo spettatore tra le pieghe del ricordo affettuoso e assolato (con il lavoro di Santiago Rafales), e poi tra le ombre crude e feroci della realtà (con il corto di Sam Manacsa).
L’avenir di Santiago Rafales
Se potessimo essere catapultati nel tempo interiore della nostra infanzia, in quel periodo della vita dove l’innocenza ammanta ogni colore e ogni gesto, saremmo nel mondo in cui è ambientato L’avenir.
Con una tenerezza degna di Truffaut, Santiago Rafales dipinge un gruppo di bambini, i loro incontri e i loro giochi; uno di questi fa però conoscere a due di loro le prime pulsioni di natura sessuale. Quel tenero e innocente bacio dietro l’albero è l’avviso per il timido e introverso Biel che qualcosa nella relazione con la sua migliore amica, la solare Sara, è destinato a cambiare.
Con un uso lirico del silenzio e delle battute, il regista riesce a farci sedere tra quei candidi luoghi di aggregazione come un angelo di Wenders.
Il domani del titolo è una rottura con l’innocenza e le certezze del passato che in quel bacio si sublima e conduce Biel ad un lungo deserto riflessivo, ma quel domani brilla anche di speranza.
Cross my heart and hope to die di Sam Manacsa
In un ufficio striminzito Mila è costretta a lavorare duramente in cambio di un misero stipendio, costretta a obbedire a ogni richiesta per avere quel poco, ma necessario, denaro per vivere.
A un certo punto, spinta dal bisogno di aggrapparsi ad una speranza, accetta di incontrare un estraneo che le telefona ogni giorno; l’uomo ha invece intenzione di usarla per regolare i propri affari.
Quelle torbide e caotiche Filippine intrise di umanità e violenza, terra quasi distopica brulicante di modernità e di sangue, bruciano di rabbia e sofferenza tra le mani frustrate di una semplice impiegata: la speranza di Mila nasce e repentinamente muore in quel piccolo ufficio.
La regista Sam Manacsa ci mostra le terribili immagini di una cultura priva di empatia e moralità, un mondo che ormai è lontano solo geograficamente dal nostro corrotto e decadente Occidente.
Trovate tutte le altre informazioni su www.orvietocinemafest.com
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