Il matrimonio di Maria Braun (Die Ehe der Maria Braun, 1979), Rainer Werner Fassbinder
Il matrimonio di Maria Braun (Die Ehe der Maria Braun, 1979), Rainer Werner Fassbinder

Era il 10 giugno del 1982. Da monaco di Baviera si levò una trenodìa per uno dei registi più amati e incredibili della Germania e del cinema tedesco. Un arresto cardiaco, originato probabilmente da una miscela di sonniferi, cocaina e alcool, una morte da rockstar, si portò via un filosofo della cinepresa.

Un uomo che da autodidatta si era imposto all’attenzione mondiale come un cineasta di spessore e un protagonista del Nuovo Cinema Tedesco. Ci lasciava quarant’anni fa, Rainer Werner Fassbinder. E vi consigliamo qui tre sue opere da recuperare o riguardare per ricordarlo insieme a noi.

La paura mangia l’anima (Angst essen Seele auf, 1974)

Un grande dramma sociale, film di uno spessore sconvolgente e retrospettivamente di un coraggio unico. La drammatica storia d’amore tra un giovane arabo, Ali (El Hedi Ben Salem) e un’anziana donna tedesca più vecchia di lui, Emmi Kurowski (Brigitte Mira). Nemmeno due anni prima ci fu il Massacro di Monaco che inaugurò un’onda di anti-arabismo e di terrore. E Fassbinder ancora una volta prendeva la politica e ne faceva la normalità. C’è solo umanità nel film: un’umanità profittatrice che si schiera prima contro e poi ipocritamente a favore della coppia, ma solo per sfruttarli per il loro tornaconto.

La paura mangia l’anima (Angst essen Seele auf, 1974), Rainer Werner Fassbinder

Il matrimonio di Maria Braun (Die Ehe der Maria Braun, 1979)

Primo della trilogia BRD del regista che vede le donne e il loro destino mostrare allo spettatore la storia del dopoguerra (la trilogia BRD è composta da tre film, Il matrimonio di Maria Braun, Veronika Voss e Lola). Ambientato nell’immediato, nella “Germania delle macerie”, viviamo senza limitarci all’osservazione le vicissitudini amorose di Maria Braun (Hanna Schygulla). La storia dipinge una Germania che si trascina tra le rovine della guerra appena finita e le novità che entrano nella vita quotidiana. Tutto quello che Maria cerca sono amore e comprensione. Fassbinder è sempre stato inclusivo prima che fosse necessario esserlo, e ha mostrato egregiamente la triste lotta tra un vero sentimento e la sue mercificazione.

Il matrimonio di Maria Braun (Die Ehe der Maria Braun, 1979), Rainer Werner Fassbinder

Berlin Alexanderplatz (1980)

Alcuni diranno errore, o imbroglio. Eppure Fassbinder, insieme a Ingmar Bergman, fu il primo a capire il potenziale della televisione per fare vera arte cinematografica. Senza pregiudicare la qualità del prodotto, ma anzi rendendolo esaustivo ed intrattenente, Fassbinder portò in scena il libro omonimo di Alfred Döblin in una miniserie di 14 episodi per un totale di 15 ore e 31 minuti di durata. La vita infernale di Franz Biberkopf (Gunter Lamprecht) ci trascina in una Berlino noir dove ci si può perdere senza più ritrovarsi. Nel 2005 fu incluso da TIME Magazine nella loro lista All-Time 100 Movies, ovvero i 100 film migliori dal 1923 al 2005.

Berlin Alexanderplatz (1980), Rainer Werner Fassbinder. Copyright: KPA !AUFNAHMEDATUM GESCHÄTZT! UnitedArchives00650630

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.

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