The First Slam Dunk

Esce il 10 maggio nei cinema italiani The First Slam Dunk, scritto e diretto da Takehiko Inoue, autore dell’originale manga spokon (sportivo, lett. ”tenacia sportiva”) del 1990.

Adrenalinico e affascinante, è una favola sportiva che esalta i personaggi e la storia usando un’animazione coraggiosa che incanta lo spettatore e tutti i suoi sensi.

Solo per il 10 maggio sarà in sala in lingua originale, mentre dall’11 al 17 sarà in versione doppiata in italiano.

La schiacciata dei nuovi eroi

Il film porta in scena la partita culminante del manga, l’agognato scontro tra gli sfavoriti in ascesa della scuola superiore Shohoku e i quattro volte campioni nazionali del liceo Sannoh.

Il focus è sul playmaker, Ryota Miyagi. Tramite dei flashback ricostruiamo le sue vicissitudini personali, il dramma familiare e la sua sindrome del sopravvissuto. Pur confinato nell’ingombrante ombra di suo fratello maggiore Sota, eccelso giocatore di basket tragicamente scomparso, Ryota saprà andare avanti nello sport e nella vita.

Si accantona il protagonista del manga e anime originale, Hanamichi Sakuragi, per fondere l’ambiente sportivo e la macro-trama di Slam Dunk alla storia di Ryota come veniva narrata in Piercing, un manga one-shot del 1998 sempre di Inoue.

L’idea potrebbe sembrare un comune cliché, ma il personaggio è scritto in maniera commovente ed entusiasmante.

E tutti gli altri protagonisti hanno comunque spazio in campo durante il match. Akagi, Mitsui, Rukawa e Sakuragi mettono in mostra la loro volontà e i loro sogni in questo scontro così importante.

Per quanto preso senza riferimenti completi all’opera originale possa sembrare un film su un miracolo sportivo, come Colpo Vincente (Hoosiers, 1986) o Miracle (2004), The First Slam Dunk non ha pregiudizi nei confronti dei suoi spettatori. Con il racconto personale di Ryota a fare da guida attraverso la vicenda sportiva chiunque può restare sempre più affascinato dallo scontro e da cosa significhi per ognuno di loro. Minuto dopo minuto, per tutte le due ore di durata del film, cresce l’emozione e l’intrattenimento.

Una nuova frontiera dell’animazione

Insieme a Dragon Ball Super: Super Hero (2022) questo film potrebbe segnare un passo avanti rispetto alla precedente animazione giapponese.

Anziché usare il caratteristico 2D la Toei Animation ha deciso già da qualche anno di lanciarsi nel mondo del 3D.

Grazie a loro ci siamo lasciati ampiamente alle spalle opere come Earwig e la strega (2020) o la seconda serie animata di Berserk: quelli erano prodotti con una CGI che sembrava più vicina al 2000 che al 2020.

Invece questa nuova computer grafica, pur dovendo confrontarsi con rapide scene d’azione, non perde di qualità e non risulta legnosa.

Ma la magia più grande ce la regala il cel-shading, grazie al quale le tavole del manga sembrano uscire dalla carta per venire ad occupare lo schermo.

Unendo così una CGI all’avanguardia, fluida e dinamica, con un calibrato uso dello slow-motion viene restituita pienamente la foga e la tensione di una vera partita di basket.

Un plauso poi alla scelta di rendere l’ultimo minuto della partita un’esperienza sensoriale travolgente.

Certo film animati come Suzume testimoniano ancora un forte attaccamento da parte di certi artisti al 2D, ma già si intravede un maggiore ricorso a questa nuova tecnologia.

La forza dell’Oriente dopo gli anni bui

The First Slam Dunk è utile per illustrare com’è cambiata oggi l’industria cinematografica mondiale.

Se torniamo ad un anno oscuro per tutti noi come il 2020, non solo troveremo che il film campione d’incassi di quell’anno fu l’opera di animazione giapponese Demon Slayer – il film: Mugen Train, ma che tra i primi 10 film di maggior incasso di quell’anno erano presenti 5 film cinesi.

E questo non rimase un semplice record storico per il cinema asiatico, ma divenne una vera e propria costante nelle top 10 annuali dei film di maggior incasso.

Nella top 10 del 2021 il secondo e il terzo posto erano due film cinesi. Il secondo poi, La battaglia del Lago Changjin, non solo sfiorò il miliardo di dollari d’incasso, ma era frutto stato di una collaborazione tra pesi massimi del cinema cinese come Tsui Hark, Chen Kaige e Dante Lam.

Nel 2022, un anno abbastanza normale dal punto di vista della vita sociale, comunque un film cinese si è piazzato 9o posto.

E non siamo nemmeno a metà del 2023 ma Full River Red di Zhang Yimou ha già incassato quasi 700 milioni.

Questo improvviso aumento di incassi da parte dei film cinesi e asiatici è dovuto ad una crisi economica che avviluppa il cinema, sia come industria che come luogo in Occidente.

Nove film superarono il miliardo di incasso nel 2019. Nel 2022 solo tre ce l’hanno fatta.

Anche per dei prodotti con alle spalle un franchise apprezzato oggi quella cifra è un duro traguardo. Ma a fronte di questa crisi si contrappone un’economia asiatica che nel cinema guadagna sempre più terreno.

La cosa più triste è che nonostante il cinema asiatico stia godendo di una rinascita di critica e pubblico, molti film orientali tutt’oggi non godono di una giusta distribuzione in Italia.

L’animazione orientale è il nuovo mainstream

Prendere atto del “fenomeno anime” è come strillare che domani il sole sorgerà a Est. Il consumo medio delle serie animate giapponesi è cresciuto esponenzialmente dai primi anni 2000 fino ad oggi. E questo ci porta a riflettere su come oggi il film anime sia il prodotto animato mainstream e il film animato americano la novità. Visione ristretta a Giappone e Stati Uniti, senza considerare maestri di altre nazioni come l’irlandese Tomm Moore o il belga Michel Ocelot.

Questo perché nel Sol Levante l’animazione concerne un flusso costante di opere ogni anno, seriali o singole, cinematografiche o televisive, come nel paese di Walt Disney.

Oggi film come The First Slam Dunk mostrano la violenza artistica con cui il Giappone si è imposto, e continua a imporsi, nel panorama dell’animazione mondiale. Coniugando abilità artistiche notevoli all’interesse per dei fumetti di successo, creano dei film che incassano moltissimo e che alimentano la fama del prodotto.

L’animazione giapponese realizza senza troppe distinzioni dei film più artistici, come quelli dello Studio Ghibli o di Makoto Shinkai, e dei veri e propri blockbuster animati. Dietro questi adattamenti di opere di successo c’è una mano talmente esperta da garantire un film dal comparto tecnico pregevole ma che sia anche un intrattenimento gradevole.

Ecco che film di manga di successo come Slam Dunk, One Piece o Demon Slayer ottengono incassi ragguardevoli, non solo per la forza del brand ma per un’intrinseca qualità artistica.

Il ritorno del genio dalla chioma rossa

Il ritorno del basketman Sakuragi, dal 3 dicembre 2022, quando il film è stato rilasciato in Giappone, ha rotto la barriera dei 230 milioni. E continua a macinare incassi.

È un sequel fuori tempo massimo che non mira solo a narrare la storia del manga, ma a colmare una lunga attesa in modo artistico e completo. Un film emozionante che merita una visione.

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.

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