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Un'immagine del doc "Russia-Ucraina: di chi è la Crimea?".

Mentre il mondo affronta i drammatici sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina, alcuni aspetti del complesso rapporto tra i due Paesi sono approfonditi dai 10 documentari messi a disposizione dal canale culturale Arte in Italiano. I film sono fruibili gratuitamente sul sito arte.tv/it o sulle app ARTE per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.

Si va da Russia-Ucraina: di chi è la Crimea?, sulla regione contesa e annessa dalla Russia di Vladimir Putin nel 2014, a L’URSS a 30 anni dalla caduta: quale eredità?, sulle conseguenze della caduta delle repubbliche socialiste sovietiche nel 1991, con la successiva politica di espansione della NATO agli stati dell’Est-Europa. Su quest’ultima area del mondo si focalizza Est Europa: perché non è più un blocco omogeneo?.

Sulle contraddizioni della Russia contemporanea si soffermano anche i doc Russia: grandi ambizioni, potenza media e Russia: Putin e la nostalgia dell’URSS. Ancora della controversa situazione della Crimea parlano Russia: Crimea, un ponte per la guerra e Sole e sanzioni: estate in Crimea.

Due aree specifiche dell’Ucraina sono al centro, rispettivamente, di Kharkiv: la ricerca dell’identità con la guerra alle porte, sulla città multietnica che dà il titolo al doc, e Chernobyl: meglio la radioattività della guerra, dove nel 1986 avvenne il tragico incidente nucleare. Ucraina: la guerra dell’acqua si concentra infine sulle conseguenze del conflitto russo-ucraino per l’approvvigionamento idrico della popolazione civile.

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Emanuele Bucci
Gettato nel mondo (più precisamente a Roma, da cui non sono tuttora fuggito) nel 1992. Segnato in (fin troppo) tenera età dalla lettura di “Watchmen”, dall’ascolto di Gaber e dal cinema di gente come Lynch, De Palma e Petri, mi sono laureato in Letteratura Musica e Spettacolo (2014) e in Editoria e Scrittura (2018), con sommo sprezzo di ogni solida prospettiva occupazionale. Principali interessi: film (serie-tv comprese), letteratura (anche da modesto e molesto autore), distopie, allegorie, attivismo politico-culturale. Peggior vizio: leggere i prodotti artistici (quali che siano) alla luce del contesto sociale passato e presente, nella convinzione, per dirla con l’ultimo Pasolini, che «non c’è niente che non sia politica». Maggiore ossessione: l’opera di Pasolini, appunto.

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