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Il cast di Madres Paralelas con Pedro Almodóvar © El Deseo D.A. S.L.U., photo by Nico Bustos.

Inizia oggi la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che si concluderà il prossimo 11 settembre. Trovate qui la lista di tutti i film in concorso, tra cui l’attesissimo Madres Paralelas di Pedro Almodóvar.

Venezia 78 – La selezione ufficiale

Madres Paralelas di Pedro Almodóvar. Film d’apertura del Festival, attesissimo ritorno del regista spagnolo dopo Dolor y gloria (2019), è la storia di due donne che stanno per partorire, e che condividono la stessa stanza di ospedale. Sono entrambe single e al termine di una gravidanza inattesa. I loro destini sono destinati a legarsi a causa di un fato che complicherà la situazione.

Madres Paralelas. Foto di Scena: © El Deseo D.A. S.L.U.

Mona Lisa and the Blood Moon di Ana Lily Amirpour. Al suo terzo lungometraggio, dopo A Girl Walks Home Alone at Night (2014) e il vincitore del Premio speciale della Giuria sempre a Venezia, The Bad Batch (2016), la regista di origini iraniane promette fantasy e avventura con forti richiami agli anni Ottanta e Novanta. Il tutto al ritmo di una musica elettrizzante tra Techno Italiana e Heavy Metal.

Un autre monde di Stéphane Brizé. Brizé torna a Venezia con la parte conclusiva di una trilogia sui lavoratori, composta finora da La legge del mercato (2015) e In guerra (2018), questa volta focalizzandosi sul padrone della fabbrica. Con un Vincent Lindon nel suo momento d’oro, dopo Titane.

The Power of the Dog di Jane Campion. Il nuovo film di Jane Campion, che torna alla regia dopo Bright Star (2009). Nel cast Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst. The Power of the Dog è tratto dal romanzo omonimo di Thomas Savage, ambientato nel Montana nel 1925 racconta di un cowboy inflessibile che inizia a combattere una guerra personale contro la nuova moglie del fratello.

America Latina di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Dopo un film corale come Favolacce, un’opera che viene definita come un assolo di Elio Germano, che interpreta il titolare di uno studio dentistico professionale, gentile, pacato. Finché l’imprevedibile non irrompe nella sua felice calma, impossessandosi della sua vita.

L’événement di Audrey Diwan. Come il romanzo di Annie Ernaux da cui è tratto, è un film che parla di aborto nella Francia degli anni ’60 ma si rivolge anche al presente. Nella storia Anne è una brillante studentessa con un promettente futuro davanti a sé che resta incinta, ed è costretta ad affrontare le conseguenze di una dolorosa decisione.

Competencia Oficial di Gastón Duprat e Mariano Cohn. Atteso film con Penelope Cruz e Antonio Banderas, è una parodia del narcisismo intrinseco di attori e registi contemporanei.

Il buco di Michelangelo Frammartino. Film in cui si rievoca la spedizione del 1961 che si spinse coraggiosamente ad esplorare l’Abisso del Bifurto, una grotta profonda quasi 700 metri. Un grande ritorno per il regista de Il dono (2003) e Le quattro volte (2010), mettendosi stavolta alla prova anche dal punto di vista tecnico, essendo il film girato in gran parte nella vera grotta del Bifurto.

Un'immagine de "Il buco", di Michelangelo Frammartino.
Venezia 78. Il buco di Michelangelo Frammartino, distribuito da Coproduction Office

Sundown di Michael Franco. Dal regista e sceneggiatore Michel Franco arriva una scossa improvvisa e ricca di suspense, la città di Acapulco trasformata in un epicentro di violenza, una profonda analisi delle dinamiche familiari.

Illusions Perdues di Xavier Giannoli. È l’adattamento del romanzo di Balzac, con la ricerca ambiziosa di un’eco contemporanea. Nel cast anche Xavier Dolan.

The Lost Daughter di Maggie Gyllenhaal. È l’opera prima della celebre attrice, tratta dal romanzo di Elena Ferrante e con Olivia Colman protagonista. Un film che esplora i ricordi della protagonista Leda sulle scelte anticonformiste fatte quando era una giovane madre e le loro conseguenze.

Spencer di Pablo Larraín. Il nuovo biopic del regista Pablo Larraín dedicato alla figura di Lady D. Kristen Stewart nel ruolo della Principessa racconterà il weekend del divorzio da Carlo e dalla Famiglia Reale. Attesissimo.

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Venezia 78. Spencer, Pablo Larraín – Immagine dal trailer

Freaks Out di Gabriele Mainetti. Finalmente arriva il secondo film di un autore davvero particolare nel panorama italiano. Nel cast Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi. Ambientato a Roma nel 1943 nel circo di Israel.

Qui rido io di Mario Martone. Martone è una garanzia al Festival di Venezia. Quest’anno racconterà la scena teatrale napoletana legata a Eduardo Scarpetta. Con Toni Servillo in uno dei tre film che lo vedranno protagonista al Lido.

On the Job: the missing 8 di Erik Matti. Film filippino di un regista conosciuto più per i suoi b-movies, ma che quest’anno compie un grande salto. Ispirato a eventi realmente accaduti, il film narra la storia di Sisoy Salas, un giornalista corrotto che cerca giustizia per i suoi colleghi, e del detenuto Roman Rubio, un sicario che viene regolarmente fatto uscire di prigione per compiere degli omicidi.

Leave no traces di Jan P. Matuszynski. Un film politico ambientato in Polonia nel 1983. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film ripercorre la storia di Jurek, l’unico testimone del pestaggio di uno studente liceale da parte della milizia.

Captain Volkonogov Escaped di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov. Definito dagli autori “una parabola postmoderna con elementi del thriller mistico”.

The Card Counter di Paul Schrader. Dopo l’intenso First Reformed – La creazione a rischio (2017), Schrader torna a Venezia con un cupo dramma. Nel cast Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan, Willem Dafoe.

È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino. Un racconto di formazione nella Napoli degli anni Ottanta nella vita del diciassettenne Fabietto Schisa, tra Maradona e una famiglia straordinaria.

Vidblysk (Reflection) di Valentyn Vasyanovych. Gli orrori della guerra raccontati attraverso lo sguardo del chirurgo ucraino Serhiy, che viene catturato dalle forze militari russe in una zona di guerra dell’Ucraina orientale. Il suo ritorno a casa lo spingerà ad essere un essere umano diverso.

La Caja di Lorenzo Vigas. Un film sulla memoria e sulla famiglia. Dalle parole del regista “La Caja è l’ultimo capitolo di una trilogia che ho dedicato alla paternità in America Latina. La prima parte, il corto Los elefantes nunca olvidan, è stato il seme che ha poi prodotto il secondo capitolo, il mio lungometraggio d’esordio Desde allá“.

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