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Before Sunrise - Richard Linklater (Castle Rock Entertainment)

Film per viaggiare senza fare un chilometro!

5 film per 4 mete (due per Parigi, se li merita tutti): 5 storie per viaggiare e scoprire i sobborghi di Londra, le strade di Vienna, le acque greche. La redazione consiglia i film perfetti da vedere quando siete in viaggio e vi beccate un pomeriggio di pioggia, o dal vostro divano che è anche quella una bellissima vacanza!

Vienna – Prima dell’alba (Before Sunrise, Richard Linklater, 1995) – Silvia Pezzopane

Scendere a Vienna con uno sconosciuto incontrato su un treno e innamorarsi in una notte. Succede a Celine (Julie Delpy), che invece di proseguire per Parigi accetta l’invito di Jesse (Ethan Hawke) di visitare la città austriaca con lui.

Before Sunrise (primo capitolo di una trilogia firmata da Richard Linklater), riprende la vita nel suo accadere, senza soffermarsi su eventi eclatanti o dinamiche rivoluzionarie. Segue l’incontro tra i due, le loro parole, le incertezze e l’eccitazione di luoghi nuovi. Visitando Vienna si conoscono, si confrontano, scoprono poco a poco qualcosa della vita dell’altro. Alcune scene sono girate nei posti più caratteristici e romantici della città, come la ruota panoramica nel parco del Prater o il negozio di dischi Alt und Neu.

All’alba dovranno dirsi addio, ma in quelle poche ore si sono innamorati e ci hanno mostrato le atmosfere candide e sospese di una Vienna estiva dove il tempo si dilata e gli orari non esistono più.

Before Sunrise – Richard Linklater (Castle Rock Entertainment)

Grecia – Mamma mia! di Phyllida Lloyd (2008) – Valeria Verbaro

La fotografia calda e gialla delle spiagge, della terra brulla e assolata. O il blu del mare, delle casette greche, dei costumi di Donna (Meryl Streep) e delle sue Dancing Queens. Tutto in Mamma mia! rispecchia l’idea romantica e un po’ selvaggia dell’estate come momento di fuga. A Kalokairi – che in realtà è la vera isola di Skopelos in Grecia – la vita scorre lenta e lontana dalle costrizioni sociali da cui Donna si è nascosta. È un piccolo angolo di paradiso, in cui poter ridefinire i termini della propria vita, con una libertà inimmaginabile altrove.

Il film è, ovviamente, una commedia romantica, ma sfrutta il fascino di quella particolare nostalgia che si prova in riva al mare, quando è tempo di lasciarlo. Si aggrappa ai ricordi e alle sensazioni di un amore mai dimenticato, e da cui ha origine la stessa fuga perenne della protagonista: fantasia estiva per eccellenza. Qualcosa che tocca ognuno di noi, in misura diversa, e che per questo fa risuonare ancora e ancora questo film e i suoi brani nella nostra memoria.

Mamma Mia!, Phyllida Lloyd (Universal Pictures)

Parigi – Cenerentola a Parigi (Funny Face, Stanley Donen, 1957) – Alessandra Vignocchi

La piccola libraia Jo Stockton (Audrey Hepburn) viene convinta a diventare la modella per una rivista di moda con la promessa di Parigi, città che la attrae per ragioni squisitamente intellettuali da filosofa dilettante. Parigi diventa qui il ballo della fiaba originale, il dispiegarsi del reame del possibile: Jo può finalmente toccare con mano la cultura filosofica che ha sempre amato, e far parte del fumoso ambiente intellettuale di Montmartre.

I bassifondi un po’ bohémien sono il suo habitat naturale, e l’adorabile didascalismo del musical ce lo ribadisce appena Jo, il fotografo Dick Avery (Fred Astaire) e la direttrice della rivista (Kay Thompson) atterrano sul suolo parigino. Bonjour Paris, attraverso una frammentazione della città, che trova corrispondenza nella diversità dei tipi/personaggi, ci mostra le sue diverse anime. Jo diventa la sintesi di tutte le facce di Parigi, anche se quella più chic è vissuta con disagio e impaccio. La memorabile scena di Audrey con i palloncini davanti all’Arco di Trionfo è la deliziosa summa di questi contrasti: la sua goffaggine cozza meravigliosamente con la raffinatezza iconica dell’immagine che viene immobilizzata in un’istantanea da cartolina.

Parigi – Fino all’ultimo respiro (Jean-Luc Godard, 1960) – Emanuele Bucci

Il cinema moderno nasce a Parigi. Naturalmente, con una rivoluzione. Quella della Nouvelle Vague e di Fino all’ultimo respiro, primo lungometraggio di Jean-Luc Godard (su sceneggiatura di François Truffaut). È nella Parigi del 1959 che si consuma la parabola esistenzialista di Michel (Jean-Paul Belmondo) e Patricia (Jean Seberg). Tra noir e sua decostruzione, amore e sua impossibilità, citazione e novità destabilizzante. Libertà e sua negazione.

È vicino all’Arc de Triomphe che si incontrano il piccolo criminale in fuga (col mito di Bogart) Michel e la venditrice di giornali americana Patricia. È nell’Hôtel de Suède (come si chiamava allora) che avviene la loro conversazione su tutto e niente, assurda e irrisolta come la vita vera. È tra Rue Campagne Première e Boulevard Raspail che Michel infine vive, morendo. Luoghi di ieri e oggi impressi in un film, e che un film ha impresso nella memoria: oltre l’ultimo respiro.

Londra – Scoop (Woody Allen, 2006) – Giulia Losi

Scoop di Woody Allen è un viaggio nei luoghi, nei sapori e negli odori di Londra. Ci muoviamo con Sandra (Scarlett Johansson) e Peter (Hugh Jackman) nei quartieri alti con i giardini ben curati e i roseti, tra le case popolari nei vicoli poco illuminati dai lampioni. Il film mostra questo e molto altro. Ci porta nei teatri polverosi, con il sipario di velluto rosso che ricade pesantemente sul pavimento, nelle SPA di lusso frequentate dai rampolli della nobiltà inglese, fino ad arrivare ai piccoli ristoranti indiani dove ti sembra di odorare quel misto di piccante e curry. Se si vuole sperimentare la vera Londra senza muoversi dal divano, Scoop è il film giusto.

Scoop, Woody Allen (Medusa Film)

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