Locandina ufficiale Venezia78 - Credit: Lorenzo Mattotti/La Biennale
Locandina ufficiale Venezia78 - Credit: Lorenzo Mattotti/La Biennale

Un’edizione rche si preannuncia ricca e straordinaria, quella di Venezia 78. Dopo il recente annuncio della giuria, arriva infatti oggi l’attesa selezione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica, e incanta già solo dai titoli, che anche lo stesso Alberto Barbera non può fare a meno di descrivere con entusiasmo.

I film che vedremo al Lido provengono da 59 Paesi, tra cui manca sorprendentemente la Cina (escludendo Taiwan) e tornano con forza le major statunitensi. Ci saranno infatti ben 3 titoli della Universal, oltre che Warner Bros e Disney. Un’edizione particolarmente positiva anche per il cinema italiano, la cui massiccia presenza è un segno del momento di grazia dei nostri autori e non una scelta premeditata, afferma Barbera. Vediamo di seguito le numerose sezioni di Venezia 78 e qualche dettaglio sui film.

Selezione ufficiale

Madres Paralelas. È il già annunciato film di apertura della Mostra, di Pedro Almodóvar che torna in concorso a Venezia per la prima volta dal 1988.

Mona Lisa and the Bloody Moon di Ana Lily Amirpour. Definito un ritratto funky che spazia tra in generi.

Un autre monde di Stéphane Brizé. Brizé torna a Venezia con la parte conclusiva di una trilogia sui lavoratori, questa volta focalizzandosi sul padrone della fabbrica. Con un Vincent Lindon nel suo momento d’oro, dopo Titane.

The Power of the Dog di Jane Campion. Tratto dall’omonimo romanzo. Nell’eccellente cast anche Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst.

America Latina di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Definito come un assolo di Elio Germano, dopo un film corale come Favolacce. Attendiamo in trepidazione.

Elio Germano, America Latina - Venezia 78 - Credit: Vision Distribution
Elio Germano, America Latina – Venezia 78 – Credit: Vision Distribution

L’événement di Audrey Diwan. Come il romanzo da cui è tratto, è un film che parla di aborto nella Francia degli anni ’60 ma si rivolge anche al presente. Descritto come tanto duro da essere a tratti sgradevole, sembra un film di cui sentiremo molto parlare.

Competencia Oficial di Gastón Duprat e Mariano Cohn. Atteso film con Penelope Cruz e Antonio Banderas, è una parodia del narcisismo intrinseco di attori e registi contemporanei.

Il buco di Michelangelo Frammartino. Narra di una spedizione speleologica, con una cura maniacale del suono, pur senza dialoghi o musica. Grande ritorno di Frammartino.

Sundown di Michael Franco. Un film impossibile da descrivere senza fare spoiler. Barbera si limita a dire che riflette perfettamente l’inquieta visione del mondo dell’apprezzato regista. Già a Venezia l’anno scorso con Nuevo Orden.

Illusions Perdues di Xavier Giannoli. È l’adattamento del romanzo di Balzac, con la ricerca ambiziosa di un’eco contemporanea. Nel cast anche Xavier Dolan.

The Lost Daughter di Maggie Gyllenhaal. È l’opera prima della celebre attrice, reduce dalla giuria di Cannes di quest’anno. Eppure è già in concorso ufficiale anche per la rilevanza del progetto. Il film è infatti una grande produzione, tratta dal romanzo di Elena Ferrante e con Olivia Colman protagonista.

Spencer di Pablo Larraín. Già annunciato e comunque attesissimo, il film dedicato al 60° anniversario della nascita di Lady Diana. Kristen Stewart nel ruolo della Principessa racconterà il weekend del divorzio da Carlo e dalla Famiglia Reale.

Spencer - Pablo Larrain
Kristen Stewart in Spencer – Venezia 78

Freaks Out di Gabriele Mainetti. Finalmente arriva il secondo film di un autore davvero particolare nel panorama italiano. Opera ambiziosa, che per Barbera non deluderà le altissime aspettative.

Qui rido io di Mario Martone. Martone è una garanzia al Festival di Venezia. Quest’anno racconterà la scena teatrale napoletana legata a Eduardo Scarpetta. Con Toni Servillo in uno dei tre film che lo vedranno protagonista al Lido.

On the Job: the missing 8 di Erik Matti. Film filippino di un regista conosciuto più per i suoi b-movies, ma che quest’anno compie un grande salto.

Leave non traces di Jan P. Matuszynski. Polacco, puro cinema politico, secondo Barbera.

Captain Volkonogov Escaped di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov, anch’esso politico ma sul fronte storico delle purghe staliniane.

The Card Counter di Paul Schrader. Si vociferava da tempo e arriva la conferma veneziana del grande ritorno di Schrader con questo cupo dramma.

È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino in una produzione Netflix. Niente da aggiungere, aspettiamo solo di scoprirlo.

Vidblysk (Reflection) di Valentyn Vasyanovych. Uno sguardo potente sull’orrore disumano della guerra.

La Caja di Lorenzo Vigas.

Fuori concorso e le grandi anteprime mondiali di Venezia 78

Il bambino nascosto di Roberto Andò. Film di chiusura.

Les choses humaines di Yvan Attal 

Ariaferma di Leonardo Di Costanzo. Un’attualissima riflessione e mai banale sul sistema carcerario italiano.

Halloween Kills di David Gordon Green. Nuovo capitolo della saga horror con Jamie Lee Curtis, che riceverà in questa occasione il Leone d’oro alla carriera.

La scuola cattolica di Stefano Mordini. Tratto dall’omonimo romanzo di Albinati che racconta la borghesia del Delitto del Circeo. Grande e corposo cast, tra cui Jasmine Trinca, Benedetta Porcaroli, Fabrizio Gifuni e Riccardo Scamarcio.

Old Henry di Potsy Ponciroli. Un vero western, che non si limita a fare archeologia del cinema, afferma Barbera.

The Last Duel di Ridley Scott. Attesissimo film con Adam Driver, Matt Damon, Jodie Comer e Affleck, concesso in anteprima mondiale a Venezia dal colosso Disney.

Dune di Denis Villeneuve. Ne abbiamo parlato spesso (qui) è forse il titolo che attendiamo di più. Anche questo è un titolo in anteprima mondiale, della Warner Bros.

Dune, Denis Villeneuve - Warner Bros Inc. All Right Reserved
Dune, Denis Villeneuve – Warner Bros All Rights Reserved

Last Night in Soho di Edgar Wright è un interessante musical (Universal) con Anya Taylor-Joy, Thomasin Harcourt McKenzie e Matt Smith. Descritto come il lato oscuro della swinging London. Già ci conquista dalle premesse.

Fuori concorso – Series

Da qualche anno esiste una sezione del Fuori Concorso dedicata alle grandi serie TV, quelle che mescolano i confini tra cinema e televisione. A Venezia 78 i particolare vedremo i primi episodi di Scenes from a Marriage. La serie è stata sviluppata e diretta da Hagai Levi, contattato direttamente dalla famiglia Bergman. Il capolavoro del regista svedese, infatti, acquista nuova forma in questa magistrale interpretazione di Jessica Chastain e Oscar Isaac.

Fuori concorso – Non fiction

Un modo diverso per indicare il cinema documentario. Barbera l’ha definito meno desueto, noi aggiungiamo anche che è un modo per non privare questo tipo di cinema della rilevanza (anche estetica) che merita. I titoli previsti sono 8.

Life of Crime 1984-2020 di Jon Alpert. Una summa del lavoro di osservazione di Alpert sulla piccola criminalità statuitense.

Tranchées di Loup Bureau. Racconto delle trincee ancora presenti tra Ucraina e Russia.

Viaggio nel crepuscolo di Augusto Contento. Un film che parte dal politico italiano, in particolare quello di Bellocchio, per raccontare il contesto italiano degli anni ’60.

Republic of Silence di Diana el Jeiroudi. Il racconto di dodici anni di Siria, dalla Primavera alla Guerra Civile.

Hallelujah: Leonard Cohen a journey, a song di Daniel Geller e Dayna Goldfine. Il titolo già spiega tutto: vita e carriera del grande cantautore.

DeAndré#DeAndré – Storia di un impiegato di Roberta Lena. Il racconto di Faber attraverso le parole e la voce del figlio Cristiano che interpreta l’intero omonimo album. Si esibirà anche dal vivo al termine dell’anteprima veneziana.

Django & Django di Luca Rea. Una magistrale lezione di cinema nel dialogo su Sergio Corbucci tra Steve della Casa a Quentin Tarantino.

Ezio Bosso. Le cose che restano di Giorgio Verdelli. Dedicato al Maestro da poco scomparso.

A questi titoli si aggiungono le Proiezioni speciali di Le 7 giornate di Bergamo (Simona Ventura) e La Biennale di Venezia: il cinema al tempo del Covid (Andrea Segre). Entrambi chiaramente dedicati all’anno di pandemia.

Orizzonti – La sezione delle promesse del cinema

Les promesses di Thomas Kruithof, con Isabelle Huppert.

Atlantide di Yuri Ancarani. Film italiano dedicato ai giovani lagunari di Venezia.

Miracol di Bogdan Geroge Aperti. Film rumeno sorprendente, a detta di Barbera.

Piligrimai (Pilgrims) di Laurynas Bareisa.

Il paradiso del pavone di Laura Bispuri. Altro film italiano da tenere d’occhio.

Pu Bu (The Falls) di Chung Mong-Hong, regista di Taiwan che aveva già incantato opere come Soul (2013) e A Sun (2019),

El hoyo en la cerca di Joaquin del Paso. Film messicano dai tratti surrealistici.

Amira di Mohamed Diab. Primo film incentrato sulla questione palestinese per il regista Diab che sceglie un aspetto molto particolare e poco noto.

À plein temps di Eric Gravel, con Laure Calamy. Barbera lo definisce semplicemente impressionante. Tanto basta per incuriosirci.

Centorka (107 mothers) di Peter Kerekes. Racconto di madri recluse, a metà tra finzione e documentario.

Vera dreams of the sea di Kaltrina Krasniqui. Importante presenza del Kosovo a Venezia 78. È una delle tante storie di donne “non riconciliate” nel cinema di quest’anno. Un esempio citato da Barbera è anche La civil che abbiamo visto a Cannes.

Bodeng sar (White Building) di Kavich Neang. Un cambiamento improvviso, come la demolizione del proprio palazzo, è al centro di questo dramma personale e sociale.

Wela (Anatomy of Time) di Jakrawal Nilthamrong. Una potente riflessione sul tempo e sulla sua gestione all’interno del cinema.

El oltro tom di Rodrigo Plá e Laura Santullo.

El gran movimento di Kiro Russo. Per Barbera è un buon esempio di cinema sperimentale e di ricerca, con tracce di lotta di classe.

Once Upon a Time in Calcutta di Aditya Vikram Sengupta (India).

Nosorih (Rhino) di Oleg Sentsov. Regista dalla biografia interessante, incarcerato realmente in Russia per le sue posizioni politiche. Di solito si occupa di documentari, ma questo è un film di finzione, anche se esibisce realisticamente molta violenza.

True things di Harry Wootliff. Una regista che rielabora le strutturate ossessioni femminili del cinema contemporaneo creando nuovi punti di vista.

Inu-Oh di Yuasa Masaaki. Unico film d‘animazione presente in concorso a Venezia 78. È giapponese e, partendo da un reale evento storico, diventa un dramma universale sulle ragioni del potere.

Orizzonti Extra

La nuova sezione di Venezia 78 prevede inoltre l’assegnazione di un premio degli spettatori (Premio Armani Beauty) a 8 ulteriori film, tra cui segnaliamo in particolare The Blind Man Who Did Not Want to See Titanic. Il regista Teemu Nikki è infatti ipovedente come il protagonista. La particolarità è che l’intero film è girato fuori fuoco, proprio per permettere il massimo allineamento del pubblico con la percezione del protagonista.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui