FRAMED ACADEMY 2023: i migliori ruoli Leading e Supporting agli Oscar 2023
FRAMED ACADEMY 2023: i migliori ruoli Leading e Supporting agli Oscar 2023

In redazione abbiamo già fatto le nostre previsioni per gli Oscar 2023 ma soprattutto abbiamo le idee chiare su quali siano le nostre vittorie ideali. Le condividiamo con voi, partendo dalle categorie attoriali.

Colin Farrell – Candidato a miglior attore protagonista per Gli spiriti dell’isola e Cate Blanchett – Candidata a miglior attrice protagonista per Tár

Per chi negli anni ha bistrattato Colin Farrell ritenendolo un attore “minore”, ecco la prova di una capacità attoriale a tutto tondo. Che è bravo l’ho sempre saputo, me lo ha ricordato con la sua interpretazione di Oswald “Oz” Cobblepot (il Pinguino) nel recente The Batman ma lo ha confermato con il ruolo di Pádraic, in The Banshees of Inisherin (Gli Spiriti dell’Isola).

Simbolo dell’immutabilità di un luogo con la tendenza a rimanere uguale a sé stesso, Pádraic rappresenta l’isola stessa, le sue abitudini gentili e la necessità di non chiedere di più. Quando il mondo che conosceva si incrina e gli eventi cominciano a ribaltare l’equilibrio di sempre, l’uomo non sa rispondere e si rifugia nell’amicizia della sua asinella, che come lui preferisce pochi gesti al frastuono del cambiamento, e si rifugia in ciò che conosce, perché incapace di gestire il resto. Colin Farrell ci racconta tutto questo, senza strafare, con l’emblematica ironia di un antico racconto irlandese.

Colin Farrell in the film THE BANSHEES OF INISHERIN. Photo by Jonathan Hession. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved.
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Cate Blanchett è la Dea destinata ad indossare la corona dorata (o la statuetta in questo caso) degli Academy Awards 2023. Protagonista nel controverso ruolo della direttrice d’orchestra Lydia Tár all’interno di uno dei migliori lungometraggi della stagione, ancora una volta sconvolge le regole circoscritte della recitazione per stravolgerci con un’intensità difficile da restituire a parole. Nel grande potere che esercita, la sua Tár costruisce un reame di controsensi e rabbia, che allevia con la magia della musica, verso la quale nutre un sentimento smisurato che supera qualsiasi altra emozione presente. Il terremoto emotivo che la smuove dal nucleo più interno si scatena attraverso una gestione del corpo incredibile: quella fiamma che le arde dentro è come trattenuta a volte da pareti fragili di pelle e muscoli, ma altre la vediamo ardere bruciando qualsiasi cosa le suggerisca di placarsi.

Non sappiamo da che parte stare, non sappiamo se amarla o detestarla, come lei arriviamo a liberarci di tutto il resto per credere soltanto alla musica, e questo grazie ad un’attrice che si immerge senza timori nell’oscurità di quel personaggio.

Leggi qui la recensione di Gli spiriti dell’isola e Tár.

Scelti da Silvia Pezzopane.

Todd Field’s TÁR. Cate Blanchett è Lydia Tár
Todd Field’s TÁR. Cate Blanchett è Lydia Tár. Credit: Florian Hoffmeister / Focus Features

Brian Tyree Henry – Candidato a miglior attore non protagonista per Causeway

A pochi giorni dalla cerimonia è ragionevole pensare che sarà Ke Huy Quan a stringere tra le mani la statuetta per il Best Supporting Actor (Everything Everywhere All at Once), ma il cuore va da tutt’altra parte. La notte del 12 marzo sarebbe meraviglioso vedere finalmente riconosciuto il grande talento di Brian Tyree Henry (il Paper Boi di Atlanta, Phastos in Eternals e Lemon in Bullet Train). La sua misuratissima performance in Causeway, accanto a Jennifer Lawrence, è in grado infatti di comunicare il peso enorme di un trauma irrisolto che lo costringe a una spirale di solitudine, senza mai scadere nel patetico.

Interpreta James Aucoin, un meccanico che per caso diventa l’unico amico e appiglio alla vita della protagonista Lynsey, militare ferita in Afghanistan. Gli è sufficiente uno sguardo o un movimento impercettibile delle labbra per rendere visibili le emozioni e le parole, anche quelle che sceglie di non dire. La sua presenza nel film, già breve in sé, è limitata ma è come se lui fosse sempre presente, tanto è forte e decisivo il suo ruolo nell’economia complessiva della storia.

Leggi qui la recensione di Causeway.

Scelto da Valeria Verbaro.

Causeway. Apple TV+

Colin Farrell – Candidato a miglior attore protagonista per Gli Spiriti dell’isola

Il 2022 ha ufficialmente smentito i detrattori di Colin Farrell, attore a volte penalizzato da ruoli sbagliati e spesso sottovalutato. Se il cinico e sfigurato Pinguino di The Batman ne ha ricordato la versatilità, Gli spiriti dell’isola lo ha confermato protagonista in grado di restituire le tensioni emotive e concettuali di uno tra i maggiori film della stagione.

Il volto del suo Pádraic è quello di un’umanità marginale e alienata, vessata e arrabbiata, inadeguata e sola. Ora interdetta di fronte agli illeggibili rivolgimenti dell’esistenza, ora gonfia di velleitaria e aggressiva frustrazione. Maschera fragile e buffa, tenera e desolata di una società-teatro segnata dalla morte, da violenze grandi e piccole, e dall’ostinazione a non saper(si) comprendere.

Dopo la Coppa Volpi e il Golden Globe, la statuetta dell’Academy sarebbe la degna coronazione di una memorabile rivincita.

Leggi qui la recensione di Gli spiriti dell’isola.

Scelto da Emanuele Bucci.

Michelle Williams Candidata a miglior attrice protagonista per The Fabelmans

Se c’è un’attrice che quest’anno meriterebbe di stringere tra le mani la statuetta come miglior attrice protagonista agli Oscar è senz’altro Michelle Williams. Un’interpretazione magistrale, la sua, nel film più personale di Steven Spielberg, The Fabelmans, in cui interpreta Mitzi, la madre di Sammy (alter ego del regista).

L’attrice sembra riversare in un totale stato di grazia che viene restituito in modo autentico alla macchina da presa, incantando il grande pubblico. Una prova recitativa intensa, magnetica, che le ha permesso di mettere in scena la struggente fragilità femminile celata sotto un manto materno di audacia. Mitzi Fabelman ci viene donata da Michelle Williams nel pieno rispetto del ruolo incarnato e in una delle sue performance migliori, accarezzando i lati più sensibili dell’anima.

Leggi qui la recensione di The Fabelmans.

Scelta da Annamaria Martinisi.

Michelle Williams in The Fabelmans. 01 Distribution.

Angela Bassett – Candidata a miglior attrice non protagonista per Black Panther: Wakanda Forever

Il ritorno di Black Panther al cinema era appeso ad un filo, ma è stato in grado – nonostante tutto – di spiazzare la critica sotto diversi punti di vista. Ciò che ha messo d’accordo tutti è stata però un’interpretazione in particolare. Sto parlando di Angela Bassett che torna dopo 5 anni a vestire i panni di Queen Ramonda, regina del Wakanda e madre di T’Challa e Shuri.

Angela Bassett supera le aspettative e dona una delle interpretazioni più vere e sincere della sua carriera. Un ruolo estremamente difficile che convive con una vicenda altrettanto difficile, dove realtà e finzione convivono. Già vincitrice quest’anno di un Golden Globe e di un Critics Choice Award, Angela Bassett è inoltre la prima attrice ad essere candidata ad un premio così prestigioso per un ruolo Marvel.

Leggi qui la recensione di Black Panther: Wakanda Forever.

Scelta da Rebecca Fulgosi.

Angela Bassett in Marvel Studios’ BLACK PANTHER: WAKANDA FOREVER. Photo by Eli Adé. © 2022 MARVEL.

Cate Blanchett – Candidata a miglior attrice protagonista per Tár e Brendan Gleeson – Candidato a miglior attore non protagonista per Gli Spiriti dell’isola

Una donna che crede di essere salda nella sua grandezza artistica, ma cadrà a causa del suo troppo trascurato lato umano. Si muove qui Cate Blanchett, nel conflitto tra artista e persona, tra vestigia passate di altri e nuove proprie edificazioni. Vive dei suoi gesti e delle sue parole questo personaggio specchio di questa società e dei suoi abitanti.

Perché l’attrice mette una piccata ferocia nell’affermare il proprio potere, una travolgente forza emotiva nelle sue passioni e nei suoi amori. Sposa una recitazione fatta di nervi tesi e battute velenose ad un personaggio infido ed egoista. Ma una personaggio che non si arrenderà davanti a niente, che non poserà la bacchetta da direttrice. Mai. È il ritratto di una persona che pur con le sue meschinità incarna una passione tale da volergli dar voce perfino in posti infimi, perfino dopo troppe sconfitte.

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Candidato per Gli Spiriti dell’Isola, l’attore irlandese Brendan Gleeson ha portato sullo schermo una recitazione granitica e realistica. Il suo Colm è caratterizzato da arcigne espressioni e atti burberi. Statuario. Ma è una statua così realistica quella che ha creato che vediamo su di essa tutte le ingiurie del tempo. E tocchiamo con mano la sua consapevolezza di ciò. Tutta l’ironia di cui è capace non maschera quel dolore interno che pure non sa accettare.

C’è un urlo di disperazione portato via dal vento su Inisherin. È quello del violinista interpretato da Gleeson, troppo aristocratico perfino per dargli una bocca. Eppure è riuscito a farcelo arrivare, e non possiamo che premiarlo per questo.

Leggi qui la recensione di Tár.

Scelti da Francesco Gianfelici.

Brendan Gleeson in the film THE BANSHEES OF INISHERIN. Photo by Jonathan Hession. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved.

Kerry Condon – Candidata a miglior attrice non protagonista per Gli Spiriti dell’isola

E chi lo sapeva che Stacey Ehrmantraut fosse irlandese? Dopo averla vista nei panni della nuora di Mike in Better Call Saul, ce la ritroviamo catapultata agli Oscar, per lo straordinario ruolo che, insieme alla performance di Barry Keoghan, impreziosisce Gli spiriti dell’isola, un film che già di per sé brilla di interpretazioni che portano in vita una sceneggiatura grottesca dallo spiccato tono teatrale, che molto ha a che spartire con la tradizione dell’assurdo di Beckett, Ionesco e gli altri.

Il personaggio di Siobhán racchiude una durezza e una dolcezza che molto dicono dell’amore che prova per il fratello e dell’asprezza a cui l’ha abituata la vita su Inisherin. Condon restituisce l’ossimorico afflato che caratterizza l’agire e il sentire della donna attraverso un’accentuata espressività, tutta negli enormi occhi e nel lamentoso accento che rendono memorabile ogni minuto in cui calca lo schermo.

Scelta da Alessandra Vignocchi.

THE BANSHEES OF INISHERIN. Photo by Jonathan Hession. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved

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